Passato e Presente - anno I - n. 1 - gen.-feb. 1958

, 94 Luciano Gallino momento della produzione. Ciò vale per le componenti politica e militare dell'Organizzazione non meno che per l'economica, nella misura in cui le prime due godono d'una propria autonomia e ne fanno uso non per opporsi sostanzialmente al potere economico, ma per commerciare con esso un accrescimento del proprio potere e contribuendo per tale via a rafforzare la dipendenza della società dal proprio orientamento produttivistico, e, in ultimo, dalla sfera della produzione intesa non solo nel senso economico ma pure in quello piu comprensivo di sfera del fare, dell'intervento oggettivoacritico sul mondo, contrapposta alla sfera dell'essere o dell'intervento soggettivo e giudicante. Da questo punto di vista l'Organizzazione appare quindi come un mezzo attraverso il quale si esaspera e perviene all'estremo delle sue implicazioni una Weltanschauung storicamente determinatasi, ma precedente all'avvento del capitalismo e pertanto non riconducibile per intero nel rango delle sue manifestazioni sovrastrutturali: penso ad esempio al nesso tra morale puritana e il sorgere della competizione pecu11iaria, messo in luce dal Veblen, dal Tawney e dal Weber, ma soprattutto al particolare sviluppo e involuzione che il processo di razionalizzazione psicologica e organizzativa della vita associata, iniziatosi in Europa con « l'uomo copernicano» (e analizzato dal Weber stesso), ha conosciuto in America. L'Etica Sociale, a sua volta, è lo strumento generato dall'Organizzazione nel proprio seno per far SI che la struttura informale della società venga a coincidere ed infine a identificarsi con la sua struttura formale - ovvero con l'Organizzazione stessa. Ma se Organizzazione ed Etica Sociale non sono una funzione diretta dei rapporti di produzione, non potranno ritrovarsi sotto diverse spoglie ma con analoghe funzioni pur in altri contesti socio-economici? Leggendo il libro del Whyte, co~e avviene del resto per altre opere americane, il quadro che ne esce della vita concretamente vissuta dall'uomo americano è troppo simile al quadro che possiamo farci della vita reale dell'uomo russo - sovietico - per lasciare cadere l'interrogativo come non pertinente. Nessuno oggi può dare per certo che la fede nel gruppo come sola entità creatrice sia sentita dall'Organization Man americano meno che la fede nella creatività del collettivo dall'uomo sovietico; o che il « senso di appartenenza» sia una mera' invenzione di sociologi venduti al big business e sia qualcosa di molto diverso, rispetto alla coscienza individuale, dallo spirito che anima il lavoratore o il tecnico sovietico. In entrambi i contesti v'è una subordinazione del dato originale, irripetibile dell'individualità (che è qualcosa di diverso dall'interesse individuale) al dato collettivo; v'è l'irreggimentazione del pubblico e del privato sotto l'insegna della Produzione; e soprattutto v'è la burocratizzazione accentrata dell'iniziativa, della decisione, e della violenza imposta dalle necessità crescenti della produzione che sfocia e s'identifica nell'Organizzazione col _suocorredo lubrificante e manutentivo - appunto l'Etica Biblioteca Gino Bianco

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