Passato e Presente - anno I - n. 1 - gen.-feb. 1958

Carlo Meana partecipazione della cultura all'impresa della destalinizzazione. Si dovrebbe veramente disperare se le avanguardie che dànno segni di stanchezza non avessero ormai a ridosso una nuova forza che chiede di partecipare alla discussione ed è decisa ad assicurare vigore ed efficacia ai nuovi orientamenti. Alla fine del 1957 la discussione non è piu tra Ehrenburg e Simonov; nel gioco sono entrati tecnici e studenti e con loro iina moltitudine di alta potenzialità civile, accumulata nel grande sviluppo del sistema educativo durante quarant'anni di potere sovietico. È proprio la presenza di questo gigantesco Figaro piantato saldamente tra le poltrone dell'Accademia, che vien segnalata ~on apprensione parruccona dalla « Literaturnaya Gazeta >> nel resoconto sull'Assemblea plenaria degli scrittori di Mosca il 19 marzo 1957: « Un uditorio non professionale - anche se con interessi letterari - ha provocato malsani disturbi >>. Tra i fenomeni che hanno caratterizzato l'epoca post-staliniana nell'URSS, Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria, l'ipertrofia di mandati e responsabilità politiche di artisti, scrittori e storici appare uno dei piu significativi. La desuetudine al pensiero e alla vita politica attiva delle masse contadine e operaie ha impedito, però, che nel momento di maggiore necessità i fermenti intellettuali potessero provarsi in azione politica diretta. L'intellighenzia sovietica privata di quest'indispensabile verifica, insterilita da anni di piatto conformismo e in molti casi tagliata fuori qalle piu vive correnti di pensiero, cresciuta tra le blandizie di una cultura protetta, non ha resistito alla terribile tensione dei tempi. Avendo esaurito la prima violentissima carica d'ìnsofferenza e di indistinto rinnovamento, ha finito col fiaccàrsi in un'azione asmatica dai propositi incostanti. Il volano qella destalinizzazione è ·stato però avviato e la cultura tende ormai a lasciare il campo a rappresentanze piu vaste e preparate 1 • Anche nel fenomeno apparentemente negativo di un'appartarsi della cultura umanistica e artistica si tro·va il segno dei nuovi tempi. Alcuni errori del passato, come si è visto nel momento di crisi, erano proprio da addebitarsi al fatto che, con lo scomparire di un'efficiente classe politica, scritori e artisti si trovavano nell'assurda 1 Si pensi alle folte leve politico-diplomatiche che gli Istituti superiori di politica e economia, l'Istituto superiore di lingue, le organizzazioni internazionali FSM~ FMGD, UIS, ecc., riversano ininterrottamente nella vita pubblica. Biblioteca Gino Bianco

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