Alessandro Pizzorno In un mondo ottocentesco, dominato dai problemi della produzione, e in fondo convinto, nelle pur opposte ideologie del liberalismo e del socialismo, che le esigenze dell'ordine produttivo avrebbero finito per modellare, nei minimi dettagli, ogni funzione e organo del corpo sociale, la risoluzione della posizione della donna, e quindi della funzione del suo lavoro, era questione di tempo. Si sarebbe effettuata, in prospettiva, come si doveva effettuare, cioè realizzando quel diritto di parità, equivalenza e fungibilità, con il lavoro maschile che già eticamente si rivendicava. Nascevano su questo tronco i vari contenuti ideologici progressivi riguardanti la famiglia; convergenti, piu o meno esplicitamente, verso la previsione di un progressivo totale annullamento, o del.la famiglia in sé, o in ogni caso di ogni sua funzione economica. Si manifestavano inoltre in vari aspetti i movimenti femministi. Curiosa era la richiesta, esplicita o implicita, di emancipazione della donna attraverso il lavoro: quando il lavoro femminile era un fenomeno di massa ormai da decenni e il problema era quello di emancipare ·il lavoro, femminile come maschile, da condizioni di · schiavitu, e non di assumere il lavoro come fattore di liberazione. Si trattava in realtà - nelle sue premesse logiche, se non nella totalità delle sue manifestazioni storiche - di un movimento per l'accesso della donna borghese a determinate professioni. Che, per esempio, in Italia negli ultimi cinquant'anni gli atteggiamenti ideologici nei riguardi della donna che lavora s1ano andati evolvendosi in senso positivo, nessuno, crediamo, lo contesta: eppure l'andamento del lavoro femminile, sia in relazione all'occupazione totale, sia in relazione alla popolazione femminile totale, segna un netto decremento. Il fenomeno italiano è peculiare, ed è soprattutto determinato dalla generale situazione dell 'occupazione in Italia, ormai stagnante da decenni ~nellesue linee generali, e dal correlativo fenomeno della disoccupazione. La mano d'opera femminile è la prima a risentirne, la prima a ritirarsi dal mercato del lavoro, la prima a venir licenziata. A ciò si aggiunga la crisi cronica ~ella industria. tessile, che incide quasi esclusivamente sulle operaie" In altri paesi, se l'occupazione femminile non va diminuendo è però da tempo ormai stazionaria: in Francia, un secolo fa, la percentuale di donne al lavoro era esattamente la stessa che oggi (circa un terzo della popolazione attiva). Gli Stati Uniti fanno eccezione, ma 11 interviene un altro fenomeno : lo sviluppo degli impieghi femminili che s'inserisce nel quadro generale dell'enorme sviluppo del settore terziario. In realtà l'evoluzione reale dei rapporti fra organizzazione domestica ed economica è andata in modo diverso da come le ideologie prevedevano, e dalle influenze che mediante esse si cercavano di esercitare. La diffusione di un livello medio di vita in ambiente urbano, la diffusione di nuovi tipi· di consumi, e soprattutto di quelli che si «realizzano>> nell'unità. familiare (radio, mezzi di trasporto privati, elettrodomestici, ecc.), ha significato un Biblioteca Gino Bianco
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