Passato e Presente - anno I - n. 1 - gen.-feb. 1958

Problemi del lavoro femminile arcaici di una economia precapitalistica o gli aspetti tipici di un capitalismo tradizionale; infatti, se ben osserviamo, in Italia la presenza al lavoro delle _donne è proporzionalmente piu intensa proprio in settori economici o in aspetti della utilizzazione della mano d'opera che non corrispondono certo alla fase della terza rivoluzione industriale: attività agricola, coadiuvanza familiare, lavoro a domicilio, attività manifatturiere di tipo arretrato (tabacchi, ecc.) o in industrie in corso di sviluppo della fase tayloristica di parcellizzazione del lavoro; o infine sfruttamento della occupazione giovanile e minorile. Tutti questi casi corrispondono a un tipo di attività economica che si fonda sulla utilizzazione di una bassa preparazione specifica della mano d'opera e di una scarsa molteplicità attitudinale. L'approccio di studio statistico di tipo tradizionale 1 , essendo sostanzialmente di tipo descrittivo e proiettando perciò tutti i dati sul medesimo piano, non consente di per sé la verifica di una delle ipotesi di lavoro piu. interessanti, che forse avrebbe meritato di essere prospettata e proposta a proposito dei rapporti tra occupazione femminile e progresso tecnologico: mentre infatti il capitalismo per un aspetto sta ancora evolvendo in Italia, sotto la. spinta del processo di meccanizzazione e di organizzazione industriale, verso, forme che· aumentano la intercambiabilità dei lavoratori indipendentemente· dal sesso, e pertanto può rivelare una tendenza ad una maggiore utilizzazione: del lavoro femminile (quale forza lavoro piu adatta, dal punto di vista•. psicofisiologico, alla lavorazione parcellizzata, e, dal punto di vista politico-eco-- nomico, pi~ vantaggiosa perché piu subalterna e meno capace di un'efficace· azione di lotta sindacale), per un altro aspetto incomincia già açl indiriz-- zarsi sotto la spinta del processo di automazione verso soluzioni che pre-- valentemente respingono l'occupazione femminile dall'officina di produzione (operaio trasformato in tecnico-controllore) e dagli uffici impiegatizi. d'ordine (impianti meccanografici e calcolatori). Operando una certa confusione è stato spesso ripetuto che l'automa-- zione, eliminando la fatica fisica, tende ad incrementare l'utilizzazione det lavoro femminile. Di fatto non sembra che processi di meccanizzazione, di automatizzazione e di automazione possano essere-posti sullo stesso piano, nei confronti delle prospettive del lavoro femminile, poiché l'ingresso dell~ donne nell'industria a seguito del processo di meccanizzazione si è sviluppato già a partire da molto tempo addietro, mentre l'automazione sta richiedendo doti opposte a quelle per cui la fabbrica meccanizzata ha ricercato la mano d'opera femminile. Recenti· convegni di studio sulle conseguenze dell'automazione hanno indicato in prima linea, tra· le categorie di lavoro pi~ minacciate di disoccupazione tecnologica nei settori pro1_uttivi,i la categoria femminile. 1 · Ne è esempio la relazione di N. FEDERic1, Caratteristiche della occupazione femminile in Italia al convegno di studio citato. · · Biblioteca Gino Bianco

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