Passato e Presente - anno I - n. 1 - gen.-feb. 1958

, La « imminente rivoluzione mondiale >> 45 ·sue insolubili contraddizioni non sarà distrutto », è detto nell'invito al 1° Congresso (p. 2). Ma ~pesso la previsione si fa piu precisa, si configura in un'attesa di pochi mesi: « La nostra parola d'ordine è la Repubblica internazionale dei Soviet, e nessuno la può chiamare utopistica. Siamo convinti che questa è una questione dell'immediato avvenire, e possiamo noi ritirarci dal costruire nella Terza Internazionale l_o ~trumento per creare una Repubblica internazionale dei Soviet? » (p. 16). Nella rivista « L'Internazionale comunista » Zinovjev scrive: « Non saremo sorpresi se, mentre queste righe vengono stampate, avremo non tre ma sei repubbliche sovietiche o di piu... È ai rossi che toccherà la vittoria finale, e questo nei prossimi pochi mesi, forse fra settimane >> · (pp. 50-51). E ancora, secondo il manifesto del 1° maggio: « Nel 1919 è nata la grande Internazionale comunista. Nel 1920 verrà alla luce la grande Repubblica internazionale dei Soviet>>(p. 53). Su queste convinzioni si fondano tutte le decisioni di tattica e di organizzazione, e si sviluppa di conseguenza la stessa teoria leninista, con tutto quel di « catastrofico >>e di contingente che oggi riusciamo con difficoltà a distinguere dai motivi in essa definiti validi per un'intera epoca storica. Le notizie che giungevano da ogni paese parevano confermare la spinta a una vittoria di portata mondiale. È tipica la circostanza stessa in cui si proclamò costituita l'Internazionale. Com'è noto, la riunione convocata nel marzo 1919 era pochissimo rappresentativa. Vi parte- • cipavano personaggi casualmente stabilitisi in Russia, dal Sadoul, staccatosi da una missione militare francese, ad alcuni ex prigionieri di guerra boemi, austriaci, ungheresi, ai rappresentanti di repubbliche già facenti parte dell'Impero zarista: Finlandia, Lituania, Polonia. Espressamente mandati dai propri partiti erano solo i delegati di Norvegia, Svezia, Olanda. E le forze politiche essenziali da cui nasceva l'Internazionale non erano che due : i bolscevichi russi e gli spartachisti tedeschi. Ma appunto il rappresentante dello Spartaksbund, Eberlein, aveva il mandato di rifiutare la immediata creazione di un organismo, che a suo dire non risultava rappresentativo di movimenti già maturi nei singoli paesi. La sua opposizione fu cosf ferma, che ci si trovò sul punto di ·sciogliersi con una decisione interlocutoria. Finché l'arrivo di un operaio austriaco con la notizia di risolutivi progressi rivoluzionari nell'antico impero asburgico non decise la maggioranza, sempre con la astensione di Eberlein, a proclamare costituita la Internazionale comunista0.Era ben singolare~ potremmo osservare anche noi oggi come· già lo Eberlein, che nel vivo dell'ondata di lotta l'organizzazione nascesse BibliotecaGinoBianco

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