Passato e Presente - anno I - n. 1 - gen.-feb. 1958

Galilei e la determinazione pragmatica del metodo Preti : « Lo stesso procedimento che stabilisce la verità della scienza è in sé. un processo operativo, creativo, tecnico: le cosiddette "applicazioni ,, della scienza ai bisogni della vita umana non sono esteriori al processo teoretico della scienza, non vengono inserite dal difuori come esigenze estranee, ma fanno parte diretta ed essenziale della stessa teoresi scientifica n 1 • Il metodo dunque si può autoverificare e autosostenere attraverso la sua efficacia, a patto appunto che la sua operatività non sia solo oggettivamente « scientifica n, ma oggettivamente, socialmente pragmatica 2 • Certo, se l'uomo non saprà vestire come propri panni il proprio rimasto indeterminato. :È il caso di KoYRÉ (Etudes galiléennes, 3 voli., Paris 1939). Come commenta con precisione EMILIOAcAZZI (La rivoluzione galileiana, « Mondo Operaio)), - settembre 1957),· « Il Koyré intende insomma sostenere che soltanto in una concezione platonica era possibile per Galileo fondare il diritto alla matematizzazione del reale>>. Ma il problema per Galileo è esattamente il contrario: è appunto la matematizzazione del metodo (e di qui la sua intersoggettività umana) che può offrirgli il diritto di affrontare il reale senza altre giustificazioni esterne (di carattere platonico o metafisico in genere). 1 PRETI, op. cit., pp. 265-66. 2 Cfr. il PRETI: « l'astrazione matematica, tanto tipica delle scienze galileianee pure legata ad una sua concezione del mondo, si rivela la piu tecnicamente, praticamente efficace, fondata com'è sulle operazioni fondamentali del misurare e del costruire, proprie del muratore e del carpentiere>> (op. cit., p. 257). Ora il problema da approfondire dovrebbe essere precisamente questo: se il geo-· metrismo di Galilei provenga dal filone platonico astratto o da quella vena piu profonda, appunto del muratore e del carpentiere, che continuò a vivere e muo-- versi sotterraneamente e non ufficialmente (e con assai pochi rapporti con il neoplatonismo filosofico) durante il considerabilissimo sviluppo tecnico del Medioevo. Del resto il Preti stesso ammette : « Egli [Galileo J parte deliberatamenteda tutta la massa di esperienza tecnica [quindi anche geometrica J artigianale· che .generazioni di lavoratori avevano ~accumulata e generazioni di pensatori analizzata matematicamente >> (op. cit., p. 257). Pensatori, evidentemente, né accademici, né scolastici. Cfr. PAOLORossi, Sulla valutazione delle arti meccaniche nei secoli XVI e XVII, in . « Rivista cri.tica di storia della filosofia )), 1956, n. 2. Per qualche dato quantitativo dello sviluppo tecnico cfr. SAM LILLEY, Storia della tecnica, Torino 1951 1 pp .. 118-25. Cfr. anche PIERRE MAXIME ScHUHL, Machinisme et philosophie, Par:1s. 1938, pp. 21-39. Per 1a differenza fra posizione platonica e posizione galileiana nei confronti delle tecniche artigianali cfr. RonoLFo MoNDOLFO Alle origtni dell~ filosofia della Ctfltura, Bologna 1956, capp. III e IV, pp. 113-49. In· part1cola:e 11 1:f on.d?lfo so~tlen~ che fino alle soglie del Rinascimento riman-- gono « 11 preg1ud1z10 ed 11 disprezzo dominanti contro tutto ciò che fosse manuale. e mecc~nic?: il_ che impediva di compi endere i legami fFa la pratica e la teoria~ ~olo 11~1nasc1mento, da Leonardo a Galileo, li comprenderà; e in tal modo dara 11 suo impulso fecondo al meraviglioso progresso delle scienze moderne>> (p. 141). Biblioteca Gino Bianco

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