Passato e Presente - anno I - n. 1 - gen.-feb. 1958

Roberto Guiducci • s1 era forme aria verso l'alto) e cos1 pure, accettando l'irregolarità naturale, opposto all'idea di un universo armonico dove i corpi avessero geometriche (perfetta sfericità degli astri). Ma ancor piu importante è notare che se si conviene che Galileo aveva intuito sia il carattere convenzionale della logica, sia il carattere operativo (cioè la preparazione artificiale) degli esperimenti, non è facile poi attribuire al suo geometrismo uno sfondo platonico 1 • Geymonat ristabilisce con esattezza il senso di quel forse troppo famoso ed unilaterale passo di Galilei in cui il Nostro dice che il libro della natura « è scritto in lingua matematica, e i caratteri sono triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche», passo che trova esatto riscontro in una lettera al Liceti del gennaio 1641 2 • Geymonat chiarisce nel contesto dei due casi come si tratti non di una affermazione isolata, ma di immagini per contrapposizione polemica ad altri libri, di carattere fantastico o metafisico. Ma forse, e passiamo al secondo aspetto, qualche luce al grave problema può venire da un contesto ancora piu largo. Quali ragioni poteva avere Galilei per reggere il metodo con una metafisica platonica? Non fu nella materializzazione operativa che egli per tutta la vita tentò di fissarlo senza ricorrere a sostegni esterni? 3 Giustamente osserva il 1 Se questa osservazione non elimina le molte obbiezioni in contrario di Preti dovrebbe almeno mettere in forse la seguente « ... il Nostro afferma il primato non solo epistemologico, ma anche ontologico della matematica. La vera scienza della natura è la meccanica geometrica perché, egli afferma, il mondo in sé è ontologiCaf!lente strutturalmente geometrico. Il grande libro della natura è aperto davanti ai nostri occhi, e ognuno può leggerlo: ma occorre essere matematici, poiché esso ~ scritto in !ingua matematica, e le lettere dell'alfabeto di questa lingua sono figure geometriche >> (Storia del pensiero scientifico cit., p. 267). Anche il Cassirer, pur sostenendo il platonismo di Galilei, ammette : « La " forma " a cui Galileo mira come a un modello ideale non è, infatti, la forma ontologica, ma unicamente quella matematica. In tal modo il suo dominio sull'oggetto è sempre assicurato ogni qual volta l'oggetto stesso abbia il carattere della determinabilità geometrica perfetta>> (Storia della filosofia moderna, Torino 1954, vol. I, p. 431). Dunque: determinabilità scientifica, non corrispondenza ontologica. E ancora: determinabilità, non determinismo. Cfr. ARMANDCuvrLLER, Précis de philosophie, Paris 1955, vol. II, pp. 113-14 per la d_ifferenza fra « esprit expérimental >>ed « exprit mathématique >> (cfr. -a proposito degli esperimenti di Galilei pp. 117 sgg.). Sul carattere intrinsecamente antimetafisico dell' « esperimento tecnico » galileiano sul « fatto modello » '(o_prova costruita) cfr. « Galileo e il principio di non-contraddizione » in GALVAN~ DELLA VOLPE, _Logica come scienza positiva, Messina 1956 2 , pp. 223-29. GEYMONAT, op. czt., p. 371. 3 S_enza una f?ndazione storici~tic~-pragm~tica ~u~cie,nte~ente approf?nd~tà il platonismo apparirebbe elemento indispensabile a sostenere d metodo sc1ent1fico, Biblioteca Gino Bianco

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