Passato e Presente - anno I - n. 1 - gen.-feb. 1958

34 Roberto Guiducci sensazione di rappresentare una nuova cultura, anti-feùdale ed anti-accademica, la cultura cara al mercante veneziano » 1 • Galilei avverte, anche se ancora con confusa tensione, che respinta la determinazione metafisico-qualitativa del pensiero, ridotta la natura a rapporti geometrico-quantitativi, e portata la scienza a livello strumentale, il.suo metodo è instabile 2 e senza forza sufficiente per resistere in un mondo in cui anche gli spiriti piu aperti difficilmente riescono a reggere una vertigine cos1 forte. Minaccia il metodo il peso dei vecchi sistemi e l'ombra di altri piu moderni che, assorbita la nuova concezione, la fissino in una diversa, ma pur metafisica sistematica 3 • La via d'uscita poteva essere l'evitare la sostanza metafisica per una sostanza pragmatiéo-sociale. Il metodo poteva vivere nella sua autenticità soltanto incarnandosi, divenendo strumento esplicito dei ricercatori, elemento operatiyo di una civiltà in sviluppo. E tale è l'ansia di questa incarnazione pratica che Galilei cerca l'ap1 G1uL10 PRETI, Storia del pensiero scientifico, Milano 1957, p. 257. 2 Insufficiente l'osservazione del CASSIRER: « In Galileo questo riconoscimento non ha niente dell'atteggiamento scettico: la rinunzia ·alla metafisica, infatti, è il prezzo da lui pagato per giungere alla sicurezza della conoscenza empirica» (op. cit., p. 447), dove non si comprende davvero il modo con cui Galileo possa reggere con « sicurezza >>il proprio pensiero una volta abbandonato il sostegno inetafisic_9. Il passaggio all'empirismo qui è vi~to in senso puramente astratto e perciò individualistico, fl:On come trapasso garantito da un diverso piano: quello del lavoro pratico e quindi socialtnente collettivo. 3 Cfr. a questo proposito l'interessantissimo saggio dell'ENRIQUES: Descartes et Galilée (in Etudes sur Descartes di Autori vari, Paris 1937) dove è riportata una lettera del 1638 di. Cartesio a Mersenne in cui si critica Galileo: « ... Mi sembra che [Galileo] manchi molto perché fa continuamente delle digressioni e non si ferma affatto a spiegare una materia; ciò dimostra che egli non le ha per nulla esaminate per ordine, e che, senza aver considerato le prime cause della natura, ha cercato le ragioni di qualche effetto particolare, e cosf ha costruito senza fondamenti>>; E in un'altra lettera del 1637, sempre al Mersenne, Cartesio precisa: « Ed io posso solamente dire che né Galileo, né alcun altro non può determinare nulla trattando di qu?lsiasi cosa chiara e « demonstratis », se non sa, prima qi tutto, che cos'è la gravità e se non possiede i grandi princip1 della Fisica >>. Cartesio chiedeva, dunque, proprio quell'inquadramento sistematico e metafisico ( « i fondamenti >>e la risposta al << che cosa >>)che Galilei si era continuamente sforzato di evitare. Nella nuova concezione, al contrario, « ciascun fatto acquisito attraverso l'osservazione e l'esperienza viene accettato cosf com'è, con le sue conseguenze immediate ed inevitabili, senza tener conto del desiderio dell'uomo di rendere immediatamente razionale la natura nel suo complesso. Le relazioni fra i fatti isolati appaiono solo lentamente, e le piccole sfere di conoscenza c~e circondat?-o ciascun fat~o _si toccano in un punto o nell'altro, .finché talyolta s1 fond<;>no 1n sfere maggiori >>(W ILLIAMCECIL DAMPIER, A History of Sctence, Cambridge. 1947, trad. it. Torino 1953, p. 218). Biblioteca Gino Bianco

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