· Galilei e la determinazione pragmatica del metodo .3_1 cius ». E va subito notato: quest'opera, piu che l'annuncio di una decisiva scoperta astronomica (Galilei non fu mai uno « specialista >>in astronomia), è piuttosto l'annuncio che un mondo è finito: quello della concezione tolemaica e, con essa, di una rappresentazione gerarchica dell'universo e quindi della vita medioevale in tutte le sue implicazioni. Ma c'era di piu: la concezione galileiana non si presentava come una contrapposizione altrettanto rappresentativa (metafisicamente) di un nuovo ordine che andava manifestandosi. Questo tentativo era stato effettuato da Bruno e da Campanella, ma Galileo giudicava non tanto insufficiente, quanto addirittura negativo, questo atteggiamento. Non si trattava di aprire una guerra di sistemi, ma di eliminare per sempre ·il sistema. Ciò implicava il possedere un metodo che avesse i caratteri del rigore e della verificabilità, e perciò della intersoggettività e della comunicabilità generale, e che fosse aperto, estensibile, partecipabile al maggior numero possibile di persone. Galilei poteva ritenere di essere in grado di soddisfare alle prime esigenze : la verificabilità era assicurata dalla sperimentazione, il rigore dal matematismo geometrico. Non si sarebbe il metodo dunque imposto da sé, non sarebbe divenuto generale per forza interna? Non era stata questa la posizione di Copernico, non era questa ancora quella del grande Keplero? Ma Galilei usciva da un'altra scuola e da un'altra coscienza: non solo quella antiaccademica e pratica del Tartaglia, uomo di umilissime origini, ma da quella piu ampia dell'Arsenale Veneziano e dell'artigianato olandese. Qui Geymonat attribuis~e a Galileo il deliberato proposito di farsi iniziatore di un'azione di « propaganda culturale>). Scoperto il metodo, si trattava di diffonderlo. Ma non siamo completamente persuasi di questa interpretazione che condurrebbe ad una sorta di baconizzazio•ne di Galileo, visto anch'egli come « araldo)) della nuova scienza. Per Galilei il processo è piu intimo e, diremmo, piu intrinsecamente necessario. Si ritiene che Bacone, che non possedeva un metodo individualmente applicabile, dovesse vedere l'esigenza dell 'organizz~zione scientifica su larga _scalacome condizione dell'esiste.qza e del significato del metodo stesso. Si considera viceversa che per Galilei, padrone di un metodo già pienamente applicabile su scala particolare, l'estensione del per.nico in mezzo agli uomini del suo tempo fu piu grande di quella di Keplero; eg~1 portava delle prove piu semplici _adun pubblico piu vasto » (A History of the Sczences, London 1953 e trad. francese, Paris 1956, p. 123). · Biblioteca Gino Bianco
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