Il concetto di lavoro in Marx economica "lavoro" e la classe sociale "proletariato" vengono, almeno in linea di principio, fatte convergere e in pratica identificate » 1 ; Giolitti, invece, prendendo. il processo lavorativo nel suo aspetto generico, cioè fuori dei rapporti sociali, e quindi in modo che non si veda « sotto quali condizioni esso avvenga, sotto la sferza brutale del sorvegliante di schiavi o sotto l'occhio inquieto del capitalista», non può trovare dietro ad esso altro che un'astrazione, altro che « l'uomo in generale>>. In conclusione: o «il» lavoro, il lavoro astratto, non viene preso nella sua forma storicamente determinata, e allora esso è la forza produttiva dell'uomo in genere, cioè una parola; oppure è un concetto _determinato e scientifico, e allora esso è la forza produttiva erogata nel capitalismo, cioè non dall'uomo in genere ma dal salariato. Fuori sia dall'astrazione che .dal capitalismo, cioè nelle altre società, il lavoro produttivo di ricchezza non è mai il lavoro ma i vari e specifici lavori utili, o, meglio ancora, il sistema, la connessione dei concreti lavori. Si intende, a questo punto, èome - pur convenendo con Giolitti nel riconoscimento che una cultura marxista seria deve oggi applicarsi al compito di ritradurre il pensiero di Marx da dogma a scienza, deve cioè lavorare a liberarlo dalla crosta di devozione e di ignoranza che da vari decenni a questa parte si è accumulata intorno alla sua opera, sottoponendola con spregiudicatezza (cioè senza pregiudizi) all'esame e al controllo storico-sperimentale a cui non può sottrarsi alcuna opera di scienza; come - dicevo - pur convenendo in tutto questo, io ritenga di non poter accogliere la sua interpretazione di Marx nella misura almeno in cui essa si profila da queste pagine. Il « ritorno al1 'uomo, il ritorno al lavoro umano in senso marxiano» che Giolitti propone, mi sembra infatti l'inverso del metodo e dell'analisi di Marx. Il quale, come non parti dall'« uomo» ma da una data formazione economico-sociale 2 , cioè dal modo ,di produzione capz·talistico, cos1 non concluse che « l'alienazione dell'uomo (...) si può superare solo restituendo al lavoro umano la sua posizione centrale nell'economia e nella politica » (che sarebbe mettere al centro del mondo solo una par?la); ma colse piuttosto questa centralità del lavoro in quella sua figura storicamente e socialmente determinata, che è il proletariato moderno. 1 ScHUMPETER, Capitalismo, socialismo e democrazia, Milano 1955, p. 41. 2 MARX, Randglossen ~u Adolph Wagner, in Das Kapital, I, p. 849: « ... meine analytische Methode, die nicht von dem Menschen sondern der oekonomischen gegebenen Gesells~haftsperiode ausgeht ... >> ' Biblioteca Gino Bianco •
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