• Il ·concetto di lavoro in Marx manda, non hanno nulla a che vedere con la Sprachanalyse che, dopo Carnap; è praticata da alcuni indirizzi dell'epistemologia moderna. Ma veniamo alla questione di fondo. Si è de_tto, dunque, che il processo di ipostatizzazione porta ad assumere « premesse normative», cioè norme o « giudizi di valore >> che vengono premessi o presupposti quali principi assoluti o a priori rispetto all'analisi reale; che queste ipostasi implicano un'introduzione surrettizia degli elementi particolari o storici; e, infine, che questi elementi empirici diventano cosf incarnazione o simbolo dell'universale, « vasi >> ( Gefasse, come dice Marx) dell'assoluto. Ora si domanda: i concetti del Capitale, anzi il suo concetto fondamen- ~ale, la teoria del valore-lavoro, è un concetto scientifico oppure un'ipostasi? È un giudizio di fatto, cioè il risultato di un'analisi reale, oppure un giudizio di valore, cioè la sovrapposizione di un motivo immediato e preconcetto all'obiettività dell'esame scientifico? Nell'articolo di Giolitti io leggo due risposte a questo ptoblema. Una negati~a, quando egli conviene con Schumpeter che « anche nell'opera piu scientifica di Marx la sua analisi è stata distorta non soltanto dall 'tnfluenza di appassionati giudizi di valore, ma anche da un'illusione ideqlogica >> : onde Giolitti conclude che « anche all'opera di Marx si può applicare proficuamente l'analisi del linguaggio per verificare la legittimità scientifica di certe implicazioni >>. Un'altra invece positiva, quando. egli scrive che « il nesso tra economia e politica è nell'analisi di Marx quello stesso che unisce teoria e pratica, scienza e storia », onde « l'elemento politico non si presenta nella teoria economica di Marx come giudizio di valore assunto a postulato ma è anch'esso strumento di un'analisi che per essere economica non può non essere anche sociale e politica ». Questa incertezza di giudizio insidia, a mio avviso, cosf dal profondo l'articolo di Antonio Giolitti, che io sostengo la seguente tesi: dove Giolitti vede in Marx un'ipostasi, là vi è un'ipotesi, non cioè un'illusione ideologica ma un'analisi scientifica; dove, invece, Giolitti avanza la sua interpretazione scientifica di Marx, proprio là si annida un'illusione ideologica. Il punto in cui, seco1_1dome, Giolitti. attribuisce un'ipostqsi· a Marx (anche se forse inconsapevolmente) è quando egli dice che « nella sua teoria del valore-lavoro l'analisi di ciò che è, postula costantemente il riferimento a ciò che deve essere». E, infatti, poco importa che egli aggiunga subito dopo che « ciò peraltro non infirma la sua validità scie11tifica )>. Giacché - anche a prescindere dal fatto che proprio poche righe oltre sopravviene il suo consenso con il passo (assai severo) di Biblioteca Gino Bianco
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