.Lucio Colletti I forma di rapporti ~ociali di produzione, se non in funzione ossia del rappor.to uomo-natura e quindi della produzione; cosi non è possibile considetare il processo lavorativo o produttivo, se non nell'intreccio dei concreti rapporti sociali, se non cioè come produzione storicamente o socialmente determinata. Dicevo poc'anzi che a mio avviso Giolitti non coglie con chiarezza le implicazioni di metodo che sono in gioco in questo processo di ipostatizzazione. Osservo ora che - mal guidato da Myrdal - egli non coglie sempre e bene la funzione essenziale a. cui assolve il metodo dell'economia « volgare>>; non vede, cioè, che questo metodo, mentre per un verso· confonde il regime borghese di produzione nella « produzione in generale>>, facendone cosf una legge eterna; per un altro, ottiene poi di presentare il modo di produzione capitalistico come proiezione e incarnazione di quella « legge >>.In tal modo, mentre per Marx in « questa dimenticanza >>delle differenze essenziali « consiste tutta la saggezza degli economisti moderni che dimostrano l'eternità e l'armonia dei rapporti sociali esistenti >>: onde egli conclude che propriò questa interpolazione (Unterschiebung) surrettizia dei rapporti borghesi « come inviolabili leggi di natura della_società in abstracto », è « il fine piu o meno consapevole dell'intero procedimento>>; per Giolitti, invece, questo processo sembra suscettibile anche di un'altra spiegazione. Nel senso che, se è vero che in qualche punto del suo scritto egli sottolinea giustamente come « ciò che costituisce un limite alla scientificità del pensiero dei classici » stessi, sia « l'assunzione di una. realtà sociale storicamente determinata - il sistema capitalistico - a postulato permanente e immutabile>>; è anche vero, d'altra parte, che· la motivazione su cui, a mio avviso, egli piu si so~erma e insiste, sembra ridurre gran parte della questione a una certa « vischiosità » di linguaggio cui andrebbe esposta l'analisi economica per il bisogno «· di non perdere contatto con la realtà della vita quotidiana ». Che è u11 modo, a me sembra, di perdere (o, almeno, di non valorizzare) anche l'interessante suggerimento contenuto nell'osservazione di Myrdal, che « l'inter::i terminologia economica è fin da principio intrecciata con la logica delle massime giusnaturalistiche e utilitaristiche >>.Giacché, men-- tre qui abbiamo un accenno, piu o meno esplicito, a alcune componenti ideologiche e metafisiche fondamentali della mentalità borghese, il rinvio di Giolitti all'analisi del linguaggio è di natura tale, invece, da lasciare alquanto perplessi. E tanto piu perplessi, se si considera che le precisazioni terminologiche di Schu_mpeter e di Fraser, a cui egli ri-- Biblioteca Gino Bianco
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