12 -Antonio Giolitti misura q_uella esigenza): e cosi pure per il politico che sostenga un determinato interesse di classe non per fini particolaristici né per considerazioni puramente etiche,' ma perché ritiene che esso coincida con la soluzione storicamente e scientificamente valida del fondamentale problema politico-economico. In questo modo si può delineare, a mio avviso, un superamento della tradizionale separazione tra economia e politica. A questa sembra invece ritornare chi - pur facendo professione di ideologia marxista o ad-· dirittura di intransigentissima ortodossia marxista-leninista - scrive o parla dell'economia come di « condizioni materiali >>e della politica come di « condizioni soggettive>> e contrappone a un'azione « puramente economica>> un'azione « politica piu generale >>. A meno di supporre una totale ignoranza della concezione marxista del rapporto tra economia e politica, bisogna vedere in quella posizione un « revisionismo >> che da Marx ci riporta indietro alla concezione giusnaturalistica, la quale postulava la totale separazione tra natura e storia, in cui la legge economica era « naturale >>e l'azione politica era umana. E per civettare ancora una volta con l'analisi del linguaggio, vogliamo richiamare l'attenzione sull'uso e l'abuso che viene fatto dai politici, anche sedicenti marxisti, dell'aggettivo «politico>> e dell'avverbio « politicamente )), con i quali si indica un ordine di considerazioni dove ogni decisione spetterebbe all'intuito politico puro. Si discute, ad esempio, se una certa soluzione a un problema economico sia o no « politica >>,cioè « politicamente >>giusta, e poi si stabilirà che la questione va esaminata in sede « politica·>>perché deve essere decisa « politicamente >>S. ede e decisione che di solito si distinguono pe~ la deliberata ignoranza del problema economico; giacché l'economista è stato semmai consultato prima in sede tecnica, per un parere « economico tecnico>> (si noti quanto frequente è l'abbinamento di questi due aggettivi). 5. - Un'economia e una politica che abbiano per oggetto centrale lo sviluppo della forza produttiva del lavoro, come problema economico e politico sempre·rin~ovantesi nelle sue determinazioni sociali e storiche, convergono in una politica economica che sceglie fini e mezzi in base a un'analisi dei rapporti economici e dei rapporti politici nei quali si esplica il lavoro umano sociale. L'analisi degli interessi contrastanti - che è anche analisi sociologica della formazione e configurazione delle classi e delle loro suddivisioni e articolazioni - non si limita a identiBiblioteca Gino Bianco
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