Passato e Presente - anno I - n. 1 - gen.-feb. 1958

IL CONVEGNO DI PALERMO I'ER LA PIENA OCCUPAZIONE Quando saranno disponibili gli atti del Convegno sulla piena occupazione (Palermo, 1-2-3 novembre 1957) promosso da Danilo Dolci, converrà esaminare con attenzione le analisi, le opinioni. e le proposte che sono state discusse in quell'assemblea molto qualificata e seriamente impegnata. Questa appunto è la prima impressione che si riceve da una rapida lettura delle numerose e nutrite relazioni e comunicazioni: l'alto livello di competenza e di preparazione e il fervido impegno - anche morale - .della analisi e della ricerca. Qui ora vogliamo semplicemente dare una pubblica testimonianza di solidarietà - anche per evitare di apparire complici di interessati silenzi - con una iniziativa che merita anzitutto il massimo rispetto e che deve essere apertamente difesa contro le minacce, le ingiurie e le calunnie di tutti i profittatori dell'immobilismo. Proprio questo essi temono: che l'immobilismo venga turbato e scosso; e proprio questa infatti ci sembra essere la prima funzione positiva dell'opera di Dolci: stimolare l'azione politica centrale con iniziative locali. Non a caso il rapporto tra questi due momenti - intervento «dall'alto» e iniziativa « dal basso» - è stato al centro della discussione . . Il successo delle iniziative locali è apparso sorprendente. Specialmente le relazioni del gruppo di Danilo Dolci per dieci paesi siciliani, di F. Bonifati per Policoro e di Mortara e Szemere per il Canavese hanno dimostrato i risultati positivi conseguiti nel campo dell'assistenza tecnica agli agricoltori, delle trasformazioni fondiarie e degli ordinamenti colturali, delle pitcole attività produttive locali. Tutti gli intervenuti si sono trovati d'accordo nel riconoscere, tuttavia, che non sono le iniziative locali quelle che possono ri·solvere il problema della disoccupazione; la spinta principale dovrà venire «dall'alto», specie per quanto riguarda l'industrializzazione. Su questo punto, il problema politico di fondo è stato formulato con estrema chiarezza e precisione dal prof. Steve nella sua comunicazione su « Lo sviluppo economico : aspetti nazionali e aspetti locali >>: « La portata delle decisioni che non possono comunque, in uno stato moderno, essere sottratte agli organi centrali è tale che nessuna misura praticabile di decentramento può eliminare la necessità di ricercare, con ogni impegno, soddisfacenti metodi di formazione e di controllo pubblico delle decisioni centrali ». Il dr. Trentin, delBiblioteca Gino Bianco

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