Passato e Presente - anno I - n. 1 - gen.-feb. 1958

• IIO .Gianni Scalia ampiamente e variamente espresso, dall'altro lato la necessità di un'opera di intelligenza critica priva di preoccupazioni diplomatiche e scolastiche e, appunto, divulgative. L'Antologia gramsciana testè uscita 1 non soddisfa a questa esigenza critica. Al livello dell'attuale dibattito nel movimento operaio e nella cultura marxista, si dimostra inutile ed equivoca una operazione di ortodossia « illuminata » o di trasformismo ortodosso, come quella praticata in questa antologia e commento, che si traduce didatticamente nella intenzione « popolare >>e nella non compromissione « divulgativa >>.Le stesse esigenze prime di una seria interpretazione non ci sembrano rispettate: assenza di «concordanze», cioè un apparato di richiami e riferimenti non meramente informativi, e coraggioso impegno nell'interpretare l'interna dimensione e l'interno sviluppo _delpensiero gramsciano al di fuori dell'informazione cronachistica su fatti, avvenimenti, personaggi, di facile reperibilità e conoscenza. Si direbbe che l'antologia sia stata scritta in fretta e destinata ad essere « consumata >>in fretta, nel senso che ancora una volta il testo gramsciano rimane privo di autentica intelligenza critica. Si tratta di una « popolarizzazione >>di un Gramsci già interpretato, di un Gramsci ufficiale (è citato infatti solo Palmiro Togliatti a confermare autorevolmente il tentativo). E manca ogni riferimento bibliografico, sia-pure elementare, su studi e ricerche gramsciane, e un comn1ento adeguato, considerato come una possibile « sguaiataggine>> di fronte al difficile testo, per riprendere un termine gramsciano efficace, invece, proprio per polemizzare contro la « facilitazione >>dei testi (contraddittoriamente invocata piu oltre nell'antologia). Si insiste, nelle brevi pagine dell'introduzione ai lettori, sulla volontà di presentarci un Gramsci storico, quale è stato, non quale si vorrebbe che fosse. Esigenza prima, questa, di ogni operazione storiografica, che si risolvç però, in questo caso, nell'offerta di un Gramsci oggetto storiografico statico e immobile. Ma il pensiero di Gramsci nell'attuale momento della problematica marxista non sopporta né la strumentalizzazione politico-pratica immediata, che lo fa decadere a mezzo giustificativo e «conservatore», né la accademizzazione, cioè la risoluzione di un pensiero, nel senso piu .integrale, contemporaneo in una esercitazione didascalica. Sarebbe come proporre un Gramsci « delfinizzato >>,e in entrambi i casi esso serve ad un alibi, alla proibizione, pour cause, di una discussione concreta, specifica e non generica, e di una autentica responsabilità culturale e politica. Si dice nell'introduzione che il tentativo compiuto è un tentativo « pedagogico». Ma in che senso? Nel senso che l'antologia possa diventare un catechismo politico e ideologico, un libro di lettura per scuole di partito, o un omaggio di celebrazione e commemorazione generica - magari a un 1 Antologia popolare degli scritti e delle lettere di Antonio Gramsci. Scelta e commento di CARLO. SALINARI e MARIO SPINELLA, Editori riuniti, Roma 1957. Biblioteca Gino Bianco

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