Passato e Presente - anno I - n. 1 - gen.-feb. 1958

108 Franco Lucentini sovietica; né di riprendere, per conto nostro e di tutta l'umanità che lavora, il nos finale : H umana ante oculos foede cum vita jaceret In terris, oppressa gravi sub relligione, Quae caput a caeli regionibus ostendebat, Horribili super aspectu mortalibus instans, Primum Graius homo mortales tollere contra Est oculos ausus, primusque obsistere contra. Quem nec fama deum, nec fulmina, nec mz"nitanti Murmure compressit caelum; sed eo magis acrem lrritat animi virtutem ecfringere ut arta Naturae primus portarum claustra cupiret. Ergo vivida vis animi pervicit, et extra Processit longe fiam1nantia moenia mundi, Atque omne immensum peragravit mente anz·moque; Unde refert nobz·s victor quid possit oriri, Quid nequeat, finita potestas denique cuique Quanam. sit ratione, atque alta terminus haerens. Quare relligio, pedibus subjecta, vicissim Obteritur, nos exaequat victoria caelo 1 • (De natura rerum, I, 64-80). FRANCO LucENTINI 1 Quando, vista umiliante, la vita umana giaceva a terra, schiacciata da un;i religione oppressiva che mostrando il capo dalle regioni del cielo incombeva con aspetto terrificante sui mortali, primo un uomo greco osò contro quella levare· •gli occhi mortali, primo resistere, farlesi contro. Cui non sgomentarono fama di dèi, né fulmini, né con minaccioso murmure il cielo; tanto piu anzi ne accesero l'aspro coraggio, la brama d'infrangere primo le porte strettamente serrate della natura. Onde col vivido ingegno alfi.ne le infranse, e oltrepassò: lasciandosi addietro, lontano, le fiammeggianti mura del monçlo. Poi, per l'immenso tutto avendo spaziato col cuore e la mente, a noi di là vincitore rapporta che nascere possa, che cosa non possa, e qual principio presieda al potere finito, alla finita durata impartita a ciascuno. Cosi, calpestata, la religione fracassa· a sua volta; noi innalza la vittoria al cielo. Biblioteca Gino Bianco

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