Passato e Presente - anno I - n. 1 - gen.-feb. 1958

Le morali del satellite sano; è perciò spiegabile che anche il Piovene abbia le sue proprietà da difendere (« per amore di quiete», dice ancora lui stesso a proposito di altri, accaniti a difendere altre proprietà, « e soprattutto per attaccamento egoistico a un ambiente culturale che li avallava>>).·Ma non è una ragione per accusare di debolezza mentale chi crede che anche le credenze religiose siano soggette a cambiamenti, e che questi cambiamenti non siano affatto indipendenti dai grandi risultati scientifici: che cioè (al P. di dimostrare il contrario) la storia delle religioni non si distingua per alcuna sua speciale capacità di restar separata dalle altre storie, e da quella delle scienze prima . di tutto. A questo proposito, e per terminare questa parte della nostra rassegna, ricorderemo che un solo giornale borghese, « Il Giorno » (editoriale di G. BALDACCI, Il satellite e l'uomo, nel numero del 6-10 ), osservando che « una rivoluzione di questa portata, una rivoluzione attraverso la quale l'uomo si avvicina a dominare i misteri dell'infinito fisico, sempre si accompagna a un ripiegamento della coscienza umana· sull'infinito che è in essa», ha osato chiedersi: « Siamo forse anche alla vigilia di una rivoluzione religiosa? » Voglia?1o aggiungere due citazioni. La prima - sebbene debba servirci a restaurare l'equilibrio tra il cielo stellato sopra (e ora intorno) a noi e la coscienza morale in noi - non è di Kant. E neppure di Pascal : perché Pascal non è soltanto quello dei·« deux infinis », ma anche quello - molto piu limitato - d'una certa scommessa, e le voci che rievocano « da lontano » la sua, dànno un certo fastidio, non sapendosi mai che cosa rievochino precisamente. È invece di Eraclito, del conservatore Eraclito, che fu anche lui, ai suoi tempi, un avversario dichiarato degli sputniki ( o della polimatìa, che è press'a poco la stessa cosa), ma che incrociava e continua a incrociare ad altezze dove gli anti-satel-liti odierni non rischiano molto di incontrarlo (e dove finora, comunque, non l'hanno incontrato, visto che tra tanta profusione di classiche citazioni, questa, che pure avrebbe fatto cosf bene al caso, è rimasta rigorosamente assente dalle terze pagine): Cammina cammi·na, i confini dell'anima (psychès) non li puoi trovarie, anche se percorri ogni strada; ·cosi profonda ragion d'essere (lògon) ella ha. (Fr. 45; trad. CARDINI). L'altra citazione è ancora di Lucrezio, e sono i versi piu stupefacenti che poe~a abbia mai scritto per celebrare una vittoria dell'uomo sulla natura. Non ci dispiaccia di estenderne la dedica, dal graius homo, all'umanità Biblioteca Gino Bianco

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