106 Franco Lucentini accrescimento perenne, ed una totale, incondizionata adesione e partecipazione ad essa: « Oh, come mai avrà a finire in nulla un tesoro di affetti e di pensieri, che sempre s'accumula e cresce? ... L'intelligenza è un mare, di cui noi siamo i rivoli e i fiumi. Oceano senza fondo e senza confine della divinità, io affido senza paura ai tuoi memori flutti questa mia vita stanca di correre ... » ( « E cosI ho scritto un degno epitaffio su quegli anni deliziosi», quando «l'universo finiva al muricciuolo del cortile... )) Lo stesso (secondo) sospetto di cui sopra opporremo anche a Guido Piovene, che con Vita n.el cielo ha SI scritto (« La Stampa» 22-10) un bellissimo articolo, di cui ogni parola - dalla ventesima riga in giu - vorremmo riprendere e già anzi, magari goffamente, avremo ripreso; ma l'ha guastato con una premessa che non è soltanto una riserva gratuita, ma contraddice a tutto il resto dell'argomentazione. Giacché : se « non è credibile che una simile mutazione... non modifichi anche il carattere umano, il no~tro modo di convivere, la qualità delle nostre competizioni >>;se « è anche impossibile che il tempo, presumibilmente senza fine, delle scoperte astrali, non produca grandi opere di poesia, caratteri originali, e un nuovo costume)); se « un'umanità costretta dentro i limiti della terra è sempre una umanità primitiva, con gli spaventi di fronte al mistero fisico e le pastoie psichiche proprie dei primitivi)), mentre « solo un'umanità capace di andare contro quei limiti entra nell'età matura)); se tutto questo è vero, perché (e citiamo qui la premessa in questione) sarebbe « una discussione stupida se il satellite, i viaggi interplanetari, eccetera, siano religiosi o laici >>?Perché dovrebbe sembrare impossibile « che vi siano persone di mente cosI debole da mettersi su questa strada? >>E in che modo risulterebbe « evidente che quei grandi risultati scientifici e le credenze religiose fanno parte di due diversi ordini di fatti>>? Non si capisce infatti assolutamente come quei grandi risHltati scientifici, destinati a produrre cosI grandi mutamenti in tutti i campi della civiltà, possano mancare di produrne in quello delle credenze religiose. Vero è che il Piovene ha scelto per il problema una formulazione, volutamente rozza e semplicistica ( « se il satellite, i viaggi interplane~ari, eccetera, siano religiosi o laici »), che sembra escluderne la discussione. Ma allo stesso modo, chi volesse rifiutare a priori le conclusioni che lo stesso Piovene tira riguardo all'impossibilità che « una simile mutazione non modifichi anche il nostro modo di convivere, non produca grandi opere di poesia, ecc. >>,potrebbe tagliar corto affermando che « è una discussione stupida se il satellite, i viaggi interplanetari, eccetera, siano poetici o antipoetici, sociali o antisociali», e che << solo persone deboli di mente possono mettersi su questa strada », perché si tratta con tutta evidenza di « diversi ordini di fatti >>.Il fatto è che ciascuno cerca di « sottrarsi all'accettazione del nuovo>> (sono parole dello stesso Piovene) nel modo che può: di porre fuori del corso della storia, al riparo da essa, le masserizie che piu gli interesBiblioteca Gino Bianco
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