Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980
Quando parlavamo di vita e di morte 77 L'anima in noi è la parte più importante e quando è ravvivata dalla Grazia di Dio è un piccolo paradiso. Guai, quindi, a perdere la Grazia di Dio! Dobbiamo invece cercare di aumentarla sempre più. 27/6/60 ore 15,30 IL PECCATO Al giorno d'oggi si è perso il senso del peccato: non si capisce più quanto orribile sia il peccato, lo si commette con troppa leggerezza e superficialità. La nostra anima, quando è in Grazia di Dio, è un tempio meraviglioso: e il pecca- to distrugge questo tempio, fa morire l'anima (è come un bombardamento che distruggesse la Basilica di San Pietro). L'anima nostra è come un brillante, una pietra preziosa: se la luce del sole (ossia la Grazia di Dio) risplende su di essa, allora ci appare in tutta la sua bellezza. Ma se noi copriamo questa pietra di catrame, se l'immaginiamo nella polvere, se la calpestiamo, essa diventa opaca, non risplende più. Così è l'anima nostra quando commettiamo il peccato. Parole di un Santo la cui casa era stata bombardata e che aveva perso tutti i suoi can: '' Meglio così che un peccato veniale!'' Quindi non dobbiamo mai peccare, neanche leggermente, perchè è conie in mon- tagna d'inverno: se facciamo scivolare sulla neve un po' in pendenza un sassoli- no, anche piccolissimo, prima si muove adagio, poi scende sempre di più ... e giù e giù ... per monti e valli ... finchè si forma una valanga che procura molti danni. Qundi, mai abituarci al peccato: esso è una cosa orribile! Se noi potessimo vedere l'anima macchiata del peccato, non peccheremmo mai. Per avere il senso del peccato bisogna mettersi ai piedi della Croce e guardare le pene sofferte da Gesù. Come noi non buttiamo via i soldi, perchè ci costano su- dore e fatica, così non buttiamo via la grazia che ci costata il sudore del sangue di Gesù. 27/6/60 ore 18, 15 Per orientare meglio la nostra vita, vediamo gli insegnamenti della morte. La Morte è senza occhi (non guarda mai in faccia nessuno), senza orecchi (non sente, non ascolta nessuno), senza labbra (non ci avvisa quando verrà a prender- ci). Sulla tomba di un cardinale sono incise queste parole: · 'Affinchè morendo possa vivere, per questo vivendo penso alla morte''. Apriamo una finestra sulla realtà della morte, per imparare a vivere! tutti moria- mo presto o tardi. Quanti casi di morti improvvise! (Coppi, Buscaglione, Alì Khan ... ). Ciò che fa paura, non è tanto la morte, ma ciò che viene dopo: è bene che il giudi- zio ci faccia paura! · Ci devono essere per forza un paradiso e un inferno: nel mondo ci sono troppe ingiustizie. Dopo la morte, quindi, ci deve essere giustizia! BibliotecaGino Bianco
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