Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980
QUANDO PARLAVAMO DI VITA E DI MORTE Gli appunti di tre giorni di esercizi spirituali di Emanuela Cavedon Ed eccoci arrivati al momento in cui la mia generazione (la "storica" genera- zione del '68), di fronte ad un futuro in cui il sole muore un po' ogni giorno, do- po essersi raccolta inti/misticamente nel "personale'·, si abbandona - non senza pudori - ai ricordi nostalgici del proprio passato, nel tentativo (forse) di rianno- dare quelle radici che tanta rabbia aveva reciso e di cui - con adolescente presun- zione - pensava di poter fare a meno. Anch'io mi ritrovo oggi nell'occasione di riportare a galla brani di quel passa- to: un passato, però, non rivissuto attraverso la lente deformante di una memoria bagnata di rimpianti, nè rivisitato da operazioni culturali di dubbia autenticità; ma un passato che riemerge schietto e genuino da un 'documento' dell'epoca. Mi sono ritrovata tra le mani per caso numerosi foglietti fitti di parole nei quali nel "lontano" 1960 avevo scrupolosamente registrato le meditazioni sottoposteci da un sacerdote durante un corso di "esercizi spiritualin. Li ho letti con curiosità tesa a far riemergere momenti dimenticati della mia adolescenza (e, forse, dell'adolescenza di buona parte della mia generazione). Dal "documento" balzano fin troppo evidenti i sistemi un po' rozzi, un po' naifs, un po' truculenti di una "educazione" mirante all'allevamento d~creature senza fiducia in se stesse, prive di autonomia, bisognose di un capo che le guidi, docili e obbedienti al comando. (Sarebbe interessante conoscere quali insegna- menti venivano impartiti, in quegli anni, ai maschi durante analoghi corsi di "esercizi spirituali".) E intanto, in quegli stessi anni, il processo di Norimberga prima, la guerra del Vietnam dopo, ci mostravano quanta umanità venisse continuamente massacrata in nome di una cieca obbedienza. Ma non ripesco fuori queste vecchie carte per riproporre viete tematiche, nè per ricordare le ragioni della nostra "irrequietezza", nè per ribadire - anche dopo l'ammissione dei nostri errori, de- gli acerbi entusiasmi, delle presuntuose certezze - che per la nostra generazione ri- bellarsi è stato un dovere. Bibliot~ca Gino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==