Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980
70Federico Bozzini NOTE: (1) L"'Adige", 3 febbraio 1867. (2) "La Fenice", periodico politico popolare, 2 febbraio 1867. (3) A.S.VR ., Fondo Prefettura, Busta 11, Cartella 15/C, il sindaco di Albaredo al Prefetto, Rela- zione sull'attruppamento dei villici del 28 gennaio, 2 febbraio 1867. (4) Ibidem. (5) A.S.VR. , cit., Corpo dei Carabinieri Reali al Prefetto, Verona 31 gennaio 1867, Sommossa ad Albaredo. (6) Ibidem. (7) A.S.VR ., cit., Corpo Carabinieri Reali a Prefetto, 13 febbraio 1867, Circa una sommossa in Al- baredo. (8) I carabinieri, dalle notizie raccolte, indicano che "il promotore dei disordini avvenuti (... ) sa- rebbe certo Don Giuseppe Cagliari (curato di Albaredo, n.d.r.) per aver il medesimo qualche giorno prima, in pubblico, tenuto discorsi perturbatori dicendo che la popolazione doveva farsi dare grano e lavoro dai Signori del Paese e dovrebbero recarsi a chiederne prima di tutto a casa del Parroco e quin- di alle altre case dei Signori" (A.S. VR., cit, Corpo Carabinieri Reali a Prefetto, 16 febbraio 1867). (9) "La Fenice", 2 febbraio 1867. (10) "La Fenice", 6 febbraio 1867, L 'Oremus de Comuni dell'Arciprete di Porto. (11) A.S.VR. , cit., Prefetto a Tribunale, 31 gennaio 1867. (12) L'unico momento della celebrazione al quale il popolo partecipa in massa è quando nel pome- riggio si svolge una gran tombola in Arena: "lo spettacolo che presentava quel monumento zeppo di popolo era imponente" (" Adige - Gazzetta del popolo", giornale politico - quotidiano, 4 giugno 1867). (13) Così a S. Pietro Incariano e nei comuni del distretto "distribuivansi in questo giorno benefici soccorsi ai poveri" ("Adige", 6 giugno 1867). Alla stessa maniera il sindaco di Sona fece "distribuire ai bisognosi dell'intero comune, farina e pane, parte elargita per disposizione di questo onorevole Consiglio, e parte da vari possidenti" (9 giugno 1867). Ma, dove le autorità non hanno avuto questa poco entusiasmante accortezza, il sindaco si trova a recitare il suo discorso patriottico ad un pugno di borghesi ed alle esili schiere della Guardia Nazionale. Così, ad esempio, scrive il corrispondente di S. Bonifacio: "Questa festa mi lasciava però un desiderio. Avrei amato che il povero non vi fosse stato freddo spettatore, ma vi avesse partecipato più direttamente, procurando che la carità pubblica e la privata avessero contribuito a fargli ricordare più lietamente un tal giorno, e un tale avvenimento ( ... )" ("Adige", 6 giugno 1867). (14) A.S. VR., Fondo Prefettura, Busta 11, Cartella 15/C, Prefetto a Ministero dell'Interno, Disor- dini in occasione della processione del Corpus Domini, 20 giugno 1867. Ore 11 pomeridiane. A bilan- ciare l'assenza dei cattolici non bastava certo l'adesione per altro pubblicizzata degli israeliti e dei protestanti. Era però una contraddizione di comportamento che la stampa cittadina puntualmente ri- leva. Mentre la solennità civile viene ignorata nelle chiese cattoliche, ''venne celebrata in questo tem- pio maggiore israelitico una funzione religiosa per rendere grazie all'Onnipotente della conseguita na- zionale indipendenza, e per invocare le divine benedizioni sul Re e sulla Patria" ("Adige", 4 giugno 1867). (15) Sabato 15giugno si svolge la cerimonia del trasporto delle ceneri del conte Carlo Montanari da Mantova a Verona. A Mantova la celebrazione si era svolta in cattedrale, con la partecipazione di un prete patriota. A Verona invece il clero cittadino, nel corso della pia commemorazione, "ha fatto quasi pompa di una astensione affettata ed ostile, segregandosi per tal modo dai sentimenti unanimi di queste patriottiche popolazioni" (A.S. VR., cit., Questura di Verona al Prefetto. Inconvenienti per la Processione del Corpus Domini in Verona, 20 giugno 1867). BibliotecaGino Bianco
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