Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980
68 Federico Bozzini La processione esce dal Duomo e si snoda lunghissi1na e imponente per le vie e le piazze del centro cittadino. Al passaggio davanti al Municipio, la Milizia Citta- dina di guardia rende gli onori militari al Santissimo. La ricostruzione esatta de- gli avvenimenti a questo punto è difficile. Secondo il questore la scintilla è pro- prio il fatto che l'arciprete non ha risposto con la benedizione al saluto della Mili- zia (26). Lo scoppio dei tafferugli è però molto meno casuale di quanto il questore ten- da a far credere. È difficile distinguere dai documenti, tutti di parte, chi fu il pri- mo a menar le mani. Certo è che la provocazione anticlericale era chiaramente predisposta e preordinata, anche se, e non è il caso di sottovalutarla, la risposta dei ''fedeli'' è immediata e virulenta. I tafferugli scoppiano contemporaneamen- te in vari punti del corteo. Davanti al Caffè dell'Aquila Nera alcuni "astanti" os- servano sprezzantemente la processione ostentando sigaro in bocca e cappello in testa al passaggio del Santissimo. '' I primi ad attaccar cimento furono i divoti - afferma il questore - che obbligarono gli astanti a levarsi il cappello" (27). Dopo una prima cronaca succinta che tenta di minimizzare l'episodio e che at- tribuisce tutte le responsabilità al clero, anche la stampa cittadina è costretta a dare una versione un po' più dettagliata dei fatti e riprende la storia dei cappelli: "( ... )quasi contemporaneamente cominciò la confusione, le grida ad un Cap- pello restio produssero il disordine a San Sebastiano; nello stesso tempo sull'an- golo della Via Stella colla Scala, uno della processione insultava un altro che pure teneva il cappello in testa; altre grida alle Quattro Spade, e forse altra provoca- zione simile producevano il medesimo effetto". Nasce il parapiglia lungo tutto il corteo. La gente si sbanda e rifluisce verso Piazza dei Signori dove stava entran- do dall'altra parte l'Arciprete con l'Ostensorio, circondato dal Capitolo e dal cle- ro. Tutti costoro vengono travolti dall'onda di folla che scappa. "Così don Per- bellini stramazzò a terra coll'Ostensorio, così i canonici, meno uno o due, onora- rono il selciato del loro peso (... )". La reazione dei fedeli è violentissima. "Sotto la Costa quelli dalle mazze (le mazze sono certi arnesi che indicano i capi d'una confraternita) profittano dell'occasione per caricare sui più vicini e percuoterli; i percossi si rifecero su ta- luno che capitava loro fra le mani (... )". La partita a botte continua parecchio. In prima fila si distinguevano sempre "quei gentili dalle mazze, i quali erano tan- to invasi dallo spirito divino, che vedendo un individuo già arrestato in mezzo a due carabinieri non cessarono di percuoterlo a piene mani e colla parte più robu- sta dei santi strumenti'' (28). Ed ecco la versione dei fatti di parte clericale. "Uscita finalmente la processione, quando il Santissimo Sacramento fu arriva- to in piazza de' Signori, una vettura correndo a precipizio si gittò contro la pro- cessione nell'intento di romperla, mentre una mano di affiliati faceva urto contro il baldacchino, e un tale in uniforme di garibaldino scagliavasi contro il celebran- te, tentando di strappargli dalle mani l'ostensorio colla Santissima Eucarestia. Il celebrante si sforzava ritener l'ostensorio e nella lotta fu rovesciato a terra, ma difeso dal diacono assistente potè rizzarsi e rifuggirsi col sacratissimo suo deposi- BibiiotecaGino Bianco
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