Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980

Le rivolte dei veneti 67 L'elenco degli oneri di culto assunti storicamente dal Comune era minuzioso e lunghissimo. Il nuovo consiglio comunale patriottico è costretto a prendere di petto la questione e a farne un problema di principio. Pur nella sua moderazione politica, la borghesia unitaria sulle questioni di forma non può non essere radica- le e rivoluzionaria. In questa seduta consigliare viene dunque approvato un emendamento in cui si decide, per il momento, di sospendere le contribuzioni alla festività del Corpus Domini, e di impegnare il consiglio "a deliberare cumulati- vam1entesopra tutte le offerte e funzioni votive" (19). Malgrado questa deliberazione solenne,, il municipio, ben più condizionato dai reali sentimenti della gente di quanto lo fossero questura e prefettura, non se la sente di negare completamente il proprio appoggio alla cerimonia ..Pur non par- tecipandovi ufficialmente, vota "la spesa non indifferente di circa 1.200 lire per le tende destinate a riparare dai raggi del sole il corteo religioso'' (20). Questi soldi concessi dal municipio per coprire con tele le strade lungo le quali avrebbe dovuto muoversi la processione divengono il pretesto concreto al quale si appiglia l'irritazione della frazione patriottica più radicale che si sente tradita dalla mancanza di decisione dell'autorità comunale. Questa frazione della bor- ghesia unitaria, anticlericale e mangiapreti, prende di petto la questione delle ten- de. ·vien condotto un attacco violento-al Municipio bacchettone (21). Il 19 giugno, la vigilia del Corpus Don1ini, il questore di Verona scrive al co- mandante dei Carabinieri: ''!vii si assicura che alcuni individui appartenenti al Circolo Dernocratico e con essi vari giovinotti abbiano divisato stanotte dall'una alle tre di tagliare le funi che sostengono le tele lungo il corso che dlevepercorrere la processione domani" (22). Nonostante che polizia e carabinieri fossero dunque a perfetta conoscenza dei propositi di questi "giovinotti", durante la notte la provocazione anticlericale riesce incontrando solo una debole resistenza. A cose avvenute, il questore comu- nica al Prefetto che ''malgrado le provvidenze e la sorveglianza attivata nella scorsa notte in varii punti furono lacerate e manomesse le tele e rovesciato un al- tare provvisorio che stava sul corso di Porta Borsari con qualche rnaltratto al co- struttore finora sconosciuto che dovette fuggire''. A contestare la probabile accusa di scarsa solerzia, se non proprio di conniven- za con i provocatori, il questore può offrire il solito poliziotto ''percosso con due colpi di bastone sul viso in contrada S. S1ebastiano" (23). Dallo svolgimento dei fatti e dal tono delle varie relazioni si ricava l'evidente sensazione che questore e prefietto simpatizzassero concretamente con i personaggi responsabili dell'impre- sa. E che, oltre alla simpatia, vi fosse qualcosa d'altro lo si potrebbe dedurre dal fatto che "fra i sospetti complottanti - come scriverà il Giudice istruttore al Pre- fetto - contro i clericali, la sera prima dellCorpus Domini c'era anche tal Angelo Tacconi, che lavora come diurnista in Prefettura" (24). La giornata del 20 giugno comincia così in clima di tensione. Le notizie del gesto sacrilego commesso durante la notte si erano diffuse fra il popolo accorso numerosissimo alla cerimonia. La volontà di faria pagare ai "lu- Bibl e i ( 'àer jYa. a ila\ a una scintilla perchè si manifestasse violentemente (25).

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