Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980

66 Federico Bozzini completo e generale da non poter proprio essere scambiato per fortuito e casuale. E alle spalle delle masse c'erano i preti. La denuncia a riguardo era esplicita e il rancore della borghesia patriottica duraturo. Grande era stato il ''malcontento provocato dal contegno del Clero che solo non prese parte alla Festa Nazionale dello Statuto, quando invece si faceva scru- poloso dovere negli anni scorsi di spontaneamente e sontuosamente festeggiare gli anniversari della nascita e dell'onomastico dell'imperatore d'Austria" (14). Il rifiuto degli ecclesiastici di partecipare alle manifestazioni pubbliche del nuovo stato veniva puntualmente riconf ermàto anche in altre occasioni e finiva per assumere una valenza politica evidente (15). L'autorità cittadina ed i patrioti nostrani incassavano i colpi e mettevano in conto a rendere. La stragrande maggioranza del popolo cittadino e la totalità della popolazione agricola vede in questo comportamento degli ecclesiastici la benedizione della propria ostilità al nuovo ordine di cose. La borghesia urbana liberale e patriotti- ca, che pur deteneva il potere politico e controllava la stampa cittadina, mentre continua ad arrogarsi la rappresentanza dei ''sentimenti unanimi di queste pa- triottiche popolazioni", si trova nei fatti pubblici isolata ed accerchiata. È in queste condizioni di tensi6ne politica che il clero vuol dimostrare ufficialmente tutta la propria egemonia sociale. Vuol dimostrare che non solo riesce a tener lontane le masse dalle cerimonie civili, ma che riesce anche a trascinarle in folla sulla piazza al proprio seguito. 3. La festa del popolo: il Corpus Domini Giovedì 20 giugno cadeva la solennità liturgica del Corpus Domini. Per tradi- zione secolare questa ricorrenza veniva celebrata con una processione per le vie cittadine ( 16). Malgrado le tensioni esistenti con l'autorità civile, il clero decide che anche quest'anno la celebrazione dovrà essere pubblica e solenne. La processione è vista chiaramente come una sfida da parte della esigua, ma arrabbiata borghesia laica e patriottica (17), e come tale è vissuta dal clero e, quel che più conta, dalla folla di popolo che vi partecipa. Era il tentativo clericale di riaffermare praticamente la propria egemonia religiosa e sociale. Non potendo attaccare esplicitamente il nuovo stato in quanto unitario, lo si attacca in quanto laico e liberale, dimostrando sulle piazze da che parte si trovi effettivamente il popolo. Nella tornata del 18 giugno 1867 il Consiglio comunale si trova a dover decide- re il proprio comportamento in merito alla prossima festività. È un momento im- portante perchè chiarisce nel concreto la pratica del nuovo gruppo dirigente. Alle spalle di questi eventi, è bene ricordarlo, esisteva una tradizione plurisecolare di consonanza civile e religiosa che, malgrado il sussulto napoleonico, si era conser- vata intatta (18). BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==