Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980
64 Federico Bozzini Secondo il sindaco, sulle prime i villici cercavano soltanto "lavoro dalle prima- rie famiglie". Senonchè un proprietario seppe esimersi da questa richiesta "coll'offrire spontaneo un sacco di granoturno". È questo che fa balenare l'idea ai contadini. "Bisogna supporre - commenta il sindaco - che questa offerta sia stata un eccitamento per tentare da altre famiglie di avere o grano o lavoro", ma soprattutto grano. Nella loro richiesta sono petulanti e violenti. Quando avevano preso l'iniziativa, i villici erano in una cinquantina; man ma- no che l'impresa si dimostrava redditizia il loro numero ingrossava. Visto che la faccenda si faceva molto seria il sindaco manda ad avvertire i carabinieri che però arrivano solo alle due del pomeriggio. La manifestazione aveva degli ambigui ri- svolti politici. Infatti, pur non gridando nulla di preciso, i villici dicevano "in ag- gravio ai possidenti" che opponevano un rifiuto alle loro richieste: "Per provvedere le bandiere i Signori ànno speso uenari e per avere il sì (del plebiscito, n.d.r .) ànno spinto noi Paesani a portarlo al Comune, ed ora sti cani domandandogli lavoro, o pane rispondono no ghe ne (6)". Quando il carretto è sufficientemente pieno, i contauini si recano presso il mu- gnaio del paese e lì si spartiscono equamente il frutto uella loro "questua minac- ciosa", come la definì il prefetto. Malgrado le violenze contro i possidenti, "nes- suna denuncia fu portata allo Scrivente (il sindaco n.u.r.) dalle famiglie offese". Anche questo ci sembra sintomatico del livello di debolezza e di terrore in cui vive la borghesia agraria. Attaccata direttamente e minacciata dal contadiname non ha nemmeno il coraggio di reagire legalmente, con una denuncia. Con una prassi che vedremo successivamente ripetuta in ogni occasione, i carabinieri attendono la notte e poi, casa per casa, arrestano 38 villici. Tanto il sindaco che il prefetto tendono, nelle loro relazioni, a minimizzare la portata "politica" dei fatti ed a descriverli come l'esito di uno sviluppo bizzarro di cause fortuite. I carabinieri però, che hanno interrogati i villici imprigionati, mettono in luce un elemento preoccupante. Tutti gli arrestati, quasi unanimi c;lichiarano di aver trascorso a quel passo die- tro voce che altrettanto erasi fatto in altri Comuni del contado, sul che però non si ebbe finora notizia alcuna, e deve quindi ritenersi o insussistente simile asser- zione, o meglio fortunati che non in Albaredo nel serbare il mistero (7). Esisteva dunque diffusa la convinzione nelle campagne che i contadini doves- sero reagire allo stato di cose intollerabile (8). Quando il bisogno è impellente basta una voce per creare una certezza. I villici di Albaredo dichiarano di essersi mossi perchè negli altri paesi si stava facendo altrettanto. Ora che avevano sperimentato come concretamente si poteva risolve- re il problema della polenta quotidiana, il loro esempio poteva facilmente diffon- dersi. È questo che temono i patrioti, anche i più sensibili ai bisogni popolari. Scrive "La Fenice": "sembra che l'esempio minacci la riproduzione in alLri luoghi, poichè mancan- do il lavoro, e quindi l'onesto guadagno, con che è che il padre deve nutrire la moglie ed i figli? ... Tali fatti purtroppo sono deplorabilissimi, ma di chi la colpa? ... di chi la responsabilità? ... '' (9). Le insufficienze politiche e sociali della BibliotecaGino Bianco
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