Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980
62 Federico Bozzini Già nel febbraio del 1867 succedono tumulti contadini in parecchie regioni del nord. ''Tristi fatti funestarono in questi giorni alcune località del Regno. A Tori- no i contadini per più d'un giorno tumultuarono per la città, saccheggiando, do- mandando lavoro e pane''. Tumulti avvengono a Modena e in varie parti del Ca- dore. "A Cavarzere ed Albaredo avvengono fatti simili, con circostanze eguali". La contemporaneità dei tumulti suggerisce una ''identità di cause e di influenze''. Il nostro giornale non crede alle trame esterne dei Gesuiti del Tirolo, ''sono pur troppo i gesuiti che vivono fra noi i solerti agenti delle sètte reazionarie che devo- no aver preparati ed organizzati questi moti''. ''Che la cosa sia così è assai probabile, difatti dappertutto i tumultuanti erano contadini, classe rozza, fanatica, e che facilmente si presta a simili disordini, nel- la speranza di guadagnarci una moneta e una indulgenza" .(1) 1. La campagna e il nuovo regime piemontese Nella nostra provincia i fatti più gravi avvengono ad Albaredo, una piccola borgata a nove miglia da Legnago. In quest'ultima località si stampava un perio- / dico di tendenza democratica e radicale, che possiede soprattutto la qualità di non nutrire quel disprezzo preventivo anticontadino caratteristico della stampa urbana. \ Il foglio di Legnago offre un racconto dei fatti e delle loro cause economiche per tanti versi esemplare. "( ... ) sbollito l'entusiasmo che fece vociare tanti viva, il popolo trovandosi a tavola con la miseria e colla fame ricorse al Municipio per aver lavoro. Questi ne chiedeva consiglio al Prefetto di Verona, il quale, dicesi, rispondeva non saper per il momento trovar modo a provvedervi poichè lo Stato pitocco non aveva la- vori da offrire. I terrazzani non ·stimarono d'acquetarsi alla risposta, poichè colla fame e colla miseria non v'ha transazione, nè concordato, nè trattato segreto, sic- chè lunedi destisi colla memoria di popolo sovrano aggiogate ad un carro due vacche che in magrezza non reggevano al confronto con quelle d'Egitto, con ba- dili e forche in spalla andarono in giro da chi teneva il granaio fornito e more re- gum (secondo l'abitudine dei sovrani, n.d.r.) vollero un 'offerta volontaria quà d'uno stajo, là di due, insino a che trovarono quel tanto che credettero bastevole a scamparli dal morir di fame" (2). Il sindaco del paese, nella sua relazione al prefetto sull'attruppamento dei villi- ci del 28 gennaio, tenta di minimizzare la portata politica dei fatti. Le cause, a suo avviso, risiedono nella miseria disperata in cui si sono venuti a trovare quest'inverno i braccianti e le l~ro famiglie. ''Era un mese - osserva il sindaco - che questi villici domandavano lavoro, e lo scrivente si è adoperato per impiegarli per due- settimane nel riordino di un tronco di strada, e nei piccoli lavori lungo l'Adige (... )". L'inverno generalmente è una stagione di scarsa occupazione per i braccianti Bi ij~ ti .. h u r la disoccupazione è totale.
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