Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980
Lavoro e soggettività delle donne 55 caria ed instabile l'occupazione femminile nelle fabbriche. Ora il servizio presso le case dei ricchi borghesi diventerà l'unica possibilità di impiego offerto alla ra- gazza. Le vecchie donne intervistate che hanno sperimentato il lavoro nello stabili- mento si soffermano spontaneamente e ci parlano a lungo di questo periodo della loro vita, non soltanto perchè si tratta di un'esperienza dura, ma anche perchè sembra essersi sedimentata in loro l'oscura consapevolezza che l'andare in fab- brica è stato un gesto dirompente all'interno di una cultura. Pur a distanza di anni il tono con cui narrano le condizioni di tale lavoro è drammatico, vi emergono l'amarezza, il risentimento, la rabbia ingoiata: "A contratto, a contratto, erano pochi i soldi, con più roba fai più prendi. Io lavoravo sul telaio a tela, avevamo due macchine una qua e una là, e tu in mezzo ... badavi a questa e dopo ti giravi e badavi a quella (... ) se c'era la roba che andava bene, che non continuassero a rompersi i fili ... ma quando incontravi il filato 'tristo' che continuava a spaccarsi, allora non si prendeva niente! Stava- mo ferme delle mezze giornate( ... ) e se si stava male non si andava a lavorare, e niente soldi... non avevi nè dottore nè soldi per pagartelo (... ) 12 ore lavoravamo''. (32) "Non usava mica allora, cara, essere in regola, non c'erano no regole!. .. (... ) facevamo dalle 5 della mattina alle 11;... 12 orè al giorno... facevamo!" (35) . "Si prendeva poco, pensi che ci davano 62 centesimi al giorno e con 12 ore di lavoro. Eravamo sfruttate come sanguisughe ... due ore a piedi da qua a S. Marti- no mattina e sera su e giù dal cotonificio (... )e dopo lì hanno chiuso perchè non c'era più lavoro e allora abbiamo domandato per carità e per piacere, io e mia so- rella, se ci prendevano a Montorio; su e giù per Montorio, andare e venire matti- no e sera ... e stare in mezzo ai telai, facevamo le tessitrici, prendevamo una mise- ria (... ) lo dico che le donne di adesso ci vendicano perchè noi ci hanno sfruttato al massimo". (34) E qualche volta la ribellione alle ingiustizie subite scoppia violenta nei primi . . sc1open: "Si faceva sciopero anche cinque o sei giorni e non prendevi soldi (... )Facevi sciopero e ti crescevano 5 centesimi al metro della roba, perchè con più metri fa- cevi più soldi prendevi (... ). C'erano le 'funsioni', allora, che organizzavano lo sciopero: erano ragazze dello stabilimento, 'la funsion': andavano dal direttore e gli dicevano 'vogliamo il cresimento !' se l'accettava, bene, se no si faceva sciope- ro (... ). Dicevano i benestanti qua del paese 'continuano a fare sciopero' diceva- no; una volta quando facevamo sciopero dicevano che siamo mate." (35) Ma il periodo del lavoro in fabbrica non viene ricordato solo in negativo: il ri- cordo dello sfruttamento_ e della fatica si mescola a immagini di canti, scherzi, amicizie più libere e confidenze con le altre ragazze della loro età. Per recarsi allo stabilimento dovevano fare molta strada. Andavano tutte insieme, partendo pri- ma dell'alba e tornando alla sera o dopo mezzanotte, se avevano il turno di notte. Ed era questo tragitto quotidiano, con ai piedi sempre le stesse 'sgalmarete', che offriva loro, per la prima volta, l'opportunità di una socializzazione al di fuori BibliotecaGino Bianco
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