Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980
44 Francesco Selmin pie sotto il potere della democrazia cristiana, di un governo che vede tace e tirra dritto insossando sfaccia tam ente le teorie della morale cristiana in omaggio della libertà di tutte le libertà, difesa e voluta da questo spregiudicato governo che messosi sotto il manto della religiosità tradisce il suo programma, befandosi dei suoi lettori, se ne ride di un principio di suprema giustiL.iapur di conservare il pri- vileggio e sassiare l'ingordigia di un sfrenato egoismo radicato nel capitale. 14. Legenda nella medesima Difesa nell'articolo Problemi dei licenziamenti si comprende benissimo che si va verso una dittatura padronale. [... ] Riparare al male fatto non sarà cosa facile ora che i padroni si sono di molto avvantaggiati con un governo dalla loro parte e una forza pubblica a suo servizio che è pronta a sbarare contro chi rivendica i più ellementari diritti Ji giustizia". (Gruppo Il, quaderno 3). Il collocamento a Candiana nel 1949 Nel dopoguerra il comune di Candiana, amministrato dalla D.C., è teatro di dure lotte contadine che culminano in una sparatoria nella primavera del '47, quando un fittavolo dell'amministrazione Albrizzi fa fuoco su alcuni lavoratori in sciopero. Nel '46 c'era stato un movimento per ottenere la concessione delle terre alle famiglie bisognose. Il Comitato dei braccianti e disoccupati aveva denun- ciato l'inerzia dell'amministrazione comunale e la Camera del lavoro locale aveva sollecitato l'inter- vento del prefetto con una lettera in cui si faceva presente che "gli operai disoccupati e bisognosi di lavoro continuo superano il centinaio". (E. Pace, Enti locali, burocrazia e lotte agrarie. Il caso della Bassa padovana nel periodo della ricostruzione, in AA. VV., La Democrazia Crisi iana dal fascismo al 18 aprile, Venezia, 1978, pp. 171-180). Di tutto questo troviamo un'eco in alcune pagine del diario che ci spiegano con efficacia come la D.C. riuscisse a svuotare il ruolo dell'ufficio di collocamento, sabotando le lotte per l'occupazione. "Qui vi è quello che vi è in fatto di colocamento, e in particolare ai colocatori sempre messi dai D.C. Da prima vi era un Manfrin, poi un lsato. Poi uno di Pon- tecasale,. poi un Sega, e finalmente un [e]x marescialo, colocatori sempre disse- gnati dalle autorità locali D.C. Arrivati a questo punto, sucede che operai anno presentato delle vertenze per- chè i dattori di lavoro non anno fatto lavorare quel dato numero di giornate che dovevano far lavorare l'operaio. Ora avviene che ogni vertenza non può aver cor- so perchè sono fuori di tempo, ma quello che più conta non sono più buoni a tro- vare il bloco o madre come si vuol dire, che conteneva i datti che si riferiva sul co- locamento del lavoratore. Non si trovano più e quindi non si può dare corso alle vertenze, e nessuno sa più niente. Un vero e autentico atto di sabbotaggio bene studiato e attuato dalla D.C. in dano degli operai. Intanto la Camera del lavoro è venuta nella determinazione di fare le ellezioni per il colocatore. Tutti i lavoratori potevano dare il suo voto, anno votato oltre 500 dai quali è risultato in testa Brenta Gino con 184 voti contro l 'es marescialo con 57. Ebbene, cosa è avvenuto? che il colocatore è se1npre quello che era di pri- ma. Dicono: "Voi ve ne pensate sempre di meglio, ne farete almeno", dicono; ma non molano, invocano i procedimenti democratici finchè questi gli conferi- scono il potere, e infischiandosi della democrazia se questa li mete in una condi- BibliotecaGino Bianco
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