Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980
Dai · 'Quaderni del mio pensare ... " 39 e internazionali. Le elezioni del '48, il congresso della D.C. del 1949, il dibattito all'ONU sull'ammissione dell'Italia, la guerra civile 111 Grecia sono solo alcuni degli argomenti sui quali G. M. stende i suoi appunti e sviluppa le sue personali riflessioni, dimostrando quasi sempre una grande autonomia di giudizio rispetto a quelle che risultano essere le sue fonti di informazione. Spesso ogni riferimento diretto agli avvenimenti locali, nazionali e internazio- nali scompare per lasciare spazio al libero dispiegarsi del pensiero e del racconto onirico. È quella che il nostro diarista chiama la "zona libera" in cui si dipana l'interminabile narrazione di pensieri e considerazioni di carattere morale, socia- le, religioso e filosofico, che sono contrassegnati da una numerazione progressiva e a cui sono interamente dedicati i sei quaderni raccolti nel fasci colo intitolato Quaderni del diario del ,nio pensare emesso in conclusioni per esperienza di una realtà sulle cose di questo mondo. Quello dei sogni e dei pensieri è un universo af- fascinante, in cui non mancano le ovvietà e le iterazioni, ma che si dovrà esplora- re con attenzione per ricostruire nella sua interezza la straordinaria figura intel- lettuale del nostro diarista. Qui, nell'ambito di un discorso che riguarda essenzialmente la metodolog!a della storia della classe subalterna e specificatamente quelle che Franzina chiama le "fonti alternative", ci interessano le pagine del Diario più strettamente legate alle vicende politiche contemporanee. Ci sembra importante che quando si ana- lizzano i comportamenti delle masse rurali cattoliche del Veneto, si tenga conto anche di pagine come queste scritta da un cattolico praticante. Con questo non si intende minimamente sostenere che il percorso del pensiero politico del nostro diari sta, quale emerge anche se in forma incompiuta, dai brani che riportiamo sotto, sia generalizzabile, ma che la storia dei comportamenti e della coscienza delle classi subalterne venete è molto più complessa e articolata di quanto non ap- paia anche dai più aggiornati modelli storiografici. Chi se la sarebbe aspettata di imbattersi in un cattolico che dalla lettura del "Gazzettino" e del settimanale diocesiano '' La Difesa del popolo'', giornali che avrebbero contribuito a forma- re il consenso delle masse cattoliche verso la D.C., traeva motivo per rafforzare le sue convinzioni anticapitalistiche e maturare progressivamente posizioni politi- che decisamente antidemocristiane dopo le attese del ·48? A dispetto di una scolarizzazione limitata alle prime tre classi elementari, vi è dunque una grande autonomia culturale in questa persona "subalterna" che ha sempre accuratamente evitato di lavorare "sotto padrone". Nato a Candiana, un piccolo centro rurale della Bassa padovana, il 18 ottobre 1895 da poveri contadi- ni, fittavoli di quegli Albrizzi che proprio a Candiana durante il fascismo con la creazione del Borgo rurale littorio riuscirono a sfrattare di colpo 54 famiglie con- tadine dalla loro proprietà e a realizzare il programma di accorpare gli appezza- menti eccessivamente frammentati, G. M. fu dapprima fruttivendolo ambulante, poi esercente di una botteguccia di generi alimentari, quindi ortolano. Dopo la seconda guerra mondiale si mise a fare il pescatore. Entrò a far parte di una coo- perativa di pescatori di Campagna Lupia (VE), nella quale per un certo periodo ricoprì la carica di membro del consiglio di amministrazione. A proposito di que- Bib I tij s! · .-...".'.'----"' · a nel Diario si trova più di un accenno critico. Non c'è
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