Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980
Esperienze di un militante omosessuale 33 suale viene aggredito in un vialetto o in un cesso, non può contare sulla giustizia della società. In Italia non c'è nessuna legge contro l'omosessualità ad eccezione della corruzione di minorenne, eppure quando un omosessuale denuncia l'ag- gressione alla polizia, viene a sua volta aggredito dalla stessa, la quale parte dal presupposto che se uno frequenta lo "squallido mondo del vizio" qualcosa deve pur aver fatto. E quando non va così uno si deve sottoporre alle derisioni e agli insulti dei poliziotti molto più umilianti dell'aggressione. Per gli omosessuali vale lo stesso discorso delle donne che vengono violentate. "Se stavate a casa vostra, non succedeva". Nonostante tutto, la morte di PPP segue una svolta non solo per me ma credo anche per tutti gli omosessuali italiani. In quei giorni si parlò di omosessualità all'FLM. Capii quel giorno che il silenzio era d'oro. Nella FLM ho individuato almeno due filoni di opinioni. Per la prima volta, le divisioni non passavano at- traverso la FIM, la FIOM e la UILM. Il primo era il più chiaro e coerente. "Pasolini aveva voluto violentare un ragazzo, questo si è difeso e ha fatto be- ne''. La seconda era quella degli intellettuali di sinistra e tendeva a salvare la le- vatura culturale dell'uomo (corporativa, non vi pare?) a prescindere dalla sua sensibilità e dalla sua esperienza di vita. Più o meno sì diceva: "Nonostante PPP fosse omosessuale il suo pensiero culturale e filosofico lo pone al di sopra dei vi- zi. Fu certamente vittima di un complotto di destra e della strategia della tensio- ne". Tra le due posizioni, preferisco la prima. Almeno ha il merito di dire qual'è la mentalità comune. Non è possibile parlare delle opere e delle idee di un uomo a prescindere dalla sua vita privata. Per me che avevo la maschera, scindere il privato dal politico, forse è possibile, ma non per chi ha un rapporto coerente tra vita ed azione. Per PPP le opere non \ nascevano, come per altri autori omosessuali, dal parto della fantasia, ma dalla sensibilità e dalle esperienze acquisite tutti i giorni, dalle persecuzioni, dalle ag- gressioni, i processi e soprattutto dalle censure e dalle dolorosissime esclusioniche il suo partito, che tanto amava, e in cui tanto credeva, operava nei suoi confron- ti. Il tentativo più scandaloso in quel periodo è proprio l'atteggiamento del PCI e di tutti quasi gli uomini di sinistra, di andare ad un tardivo recupero della cultura di quell'uomo, che sempre aveva rifiutato. Come uomo e come omosessuale con- tinuavano a rifiutarlo (salvo alla vigilia delle elezioni, quando le sue dichiarazioni di voto diventavano importanti). L'avevano ucciso una seconda volta. Andai, qualche giorno dopo, a pranzo con alcuni dei compagni più democrati- ci e corretti, che si erano anche resi conto delle loro contraddizioni. Ricordo quando al cameriere ordinarono per contorno "Pasolini al forno" (finocchio). lo ordinai delle patate. Persi l'appetito e pensai seriamente di lasciare il sindaca- to. Pelosi era l'esecutore materiale dell'omicidio, ma i mandanti dell'uccisione e della persecuzione di tutti i Pasolini del mondo erano a tavola con me. Sono convinto che nell'inconscio di Pelosi e in quello del mio compagno di la- voro che andava a picchiare nei vialetti è depositata l'oscura convinzione che gli B . 1 mosessuali ,possono e debbono essere uccisi. Nonostante tutte le cose sono cam- ia Ì'7 t 1 s,.,..,. ,.,.,....,çe enza del problema dell'omosessualità. Soprattutto io.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==