Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980
32 invece vedere l'immagine di una negativa, che prevale e prevarica l'anima buona, sotterrata da anni di paura, di isolamento, di ghetto. '' Prevalendo l'interesse ver- so l'intimo, verso la bontà o la cattiveria che è dentro di noi non è un equilibrio che si cerca tra persona e persona, ma uno slancio reciproco". (Pasolini). Nel ghetto ho imparato tante cose, ho preso atto del mio destino, ho cercato di dargli un senso, cercando di stabilire da emarginato un vincolo con gli emargina- ti. Io e l'organizzazione Durante gli anni delle grandi lotte ricordo l'allucinante tentativo dei compagni intellettuali (~Ila ricerca della cultura operaia di imitare gli operai. Se ci fu un tentativo, mal riuscito, fu quello. Portavano lunghe barbe ed eskimo, bisaccia e scarpe grosse, perchè pensavano che quello fosse l'abbigliamento operaio. Avete mai visto voi un operaio in eskimo? In una cosa sono riusciti ad imitare gli ope- rai: nel linguaggio antiomosessuale. Solo che se gli operai sono scusabili ed esi- stono per loro, forse, attenuanti per chi si eregge a guida del movimento operaio; c'è solo sguaiatezza. Mi offendeva quando il sindacalista in assemblea gridava "romperemo il culo al padrone!" perchè era falso. Col padrone faceva l'accordo. Era il padrone che, caso mai, quando non si fa l'accordo, o si fa male, rompe il cazzo agli operai (non al sindacalista). Direi che tutto il linguaggio aV' interno dell'organizzazione non trova altro modo di esprimersi che con termini antiomosessuali. Tutto ciò mi emargina e mi colpevolizza continuamente. Sembra che nel sindacato esista una povertà di linguaggio paurosa. E non solo i termini sono entrati nel linguaggio comune (sintomo di un linciaggio comune) ma colpevolmente si attribuiscono titoli che non competono (pervertiti, pedera- sti). Il bisogno che vivevo in quel tempo trovò due soluzioni che modificarono la mia vita, e la mia militanza. Tutte le avventure e le esperienze della mia vita forse non sarebbero riuscite a farmi andare avanti a superare i grossi conflitti interiori. Forse mi sarei chiuso, mi sarei abbruttito ed avrei accettato i compromessi più umilianti. Ma trovai il mio lui. E con lui la mia vita ha acquistato un nuovo senso ed un nuovo spessore ... Dalla sua gioventù, fresca ed esuberante ho imparato ad amare la vita. Era un ragazzo del FUORI (Fronte Unitario Omosessuali Rivolu- zionari Italiani). Lui pieno della sua gioventù ha prolungato la mia che già stava per finire. Con lui tutti i problemi, tutte le contraddizioni, tutte le amarezze della mia esperienza di vita diventavano elementi di presa di coscienza e di avanzamen- to positivo della mia liberazione. Il programma della nostra unione era: ''liberia- moci dalla schiavitù e viviamo con gioia la nostra omosessualità". 11secondo fatto importante ma tragico, fu l'uccisione a Roma di Pier Paolo Pasolini il 2 novembre '75. Non era il 1 primo omosessuale ad essere ucciso o feri- to. Nell'ambiente degli omosessuali c'era allora e forse c'è anche oggi un certo ri- Bi " 1~ 11 i1"'1r..,,r~ 1 d · · er le aggressioni che si verificano. Quando un omoses-
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