Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980
22 Pierino Zanisi Ho semplificato troppo riducendo la fauna sindacale italiana a soli tre tipi, pe- rò lavorando di più con occhio analitico sui tipi che ci stanno intorno si possono trovare facilmente figure intermedie che io direi semplicemente in transazione da un tipo all'altro. Il fatto è, nel mio caso, che non appartengo più al primo gruppo, non riuscivo a digerire il secondo e non potevo essere, per forza di cose, del terzo. Come sapete non è stato nemmeno così lineare e semplice la maturazione della mia scelta, ci ho messo degli anni e ci ho ragionato molto da solo e in compagnia. C'è stato per molto tempo l'interrogativo del "che cosa fare per guadagnarmi da vivere" che sbatteva contro un muro robustissimo di problemi: i tanti anni di sindacalismo" ti rendono repellente ad ogni padrone, Lifanno anche perdere va- lore professionale; l'idea di finire in una fabbrica, chiuso in una fabbrica con un capo magari pirla e rompicoglioni, mi riusciva soffocante quasi quanto continua- re a fare il sindacalista; fare il pittore o il disegnatore poteva andare bene per me ma non garantiva affatto una sicurezza economica per Sara e Daniela, identiche considerazioni valevano per tutta quella congerie di lavori "strani" che fanno molti intellettuali ex sindacalisti che vanno sotto il nome generico di ''ricerca'' (io poi non sono nemmeno un intellettuale, nel senso convenzionale della parola). Sapevo che avrei dovuto cercare tra i tipi di lavoro che pochi vogliono fare. Il muro restava comunque invalicabile: aveva ancora profonde fondamenta dentro di me. Una domenica mattina mi sono svegliato con le idee chiare: "vado a fare l'ope- raio agricolo''. Ho cominciato a spargere la domanda tra miei amici di gioventù, ho battuto un po' di cascine cercando lavoro, e alla fine è arrivata l'occasione giusta che, ov- viamente, non mi sono lasciato scappare. Qualche compagno del sindacato mi ha criticato perchè me ne sono andato da un giorno all'altro senza dare il tempo all'organizzazione di "gestire" la mia par- tenza. Non saprei dare una spiegazione precisa ed esplicita del perchè non abbia dato ufficialità alle mie intenzioni, direi che c'erano pudore da una parte e timore di restare incastrato ancora una volta dall'altra. Ho tralasciato due aspetti importanti del fenomeno di cui quanto vi ho raccon- tato è solo la parte più facilmente descrivibile, almeno per me; mi riferisco all'evoluzione personale, all'avventura dell'anima e dello spirito che procede e che considera gli anni trascorsi nel sindacato solo un episodio del cammino che ancora procede, e mi riferisco a considerazioni più complete e generali sul ruolo del sindacato sulla visione del futuro. Sentivo e sento, ma sarebbe più esatto dire intuisco, il bisogno di tirarmi da parte, di tornare ad essere un pesce come gli al- tri, per procedere più liberamente nel cammino interiore e per prepararmi con calma agli anni futuri che sento abbastanza duri e sconvolgenti. Di queste cose ' però non sono capace di scrivere in forma lineare, preferisco parlarne a viva vo- ce, dialogando. BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==