Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980

10 associazioni degli industriali (salva poi la ratifica formale degli organi elettivi), restando esclusi da questo meccanismo coloro che non sono rappresentati da nes- suno dei tre (giovani, disoccupati, anziani, ecc.). I ragionamenti e le analisi di quanti si occupano delle ipotesi neo-corporative sono molto poco convincenti quando tendono ad escludere che tali soluzioni possano affermarsi, con debite traduzioni ed adattamenti in lingua italiana, anche nel nostro Paese. Non stiamo dicendo nè che il sindacato unionista è debole o vacillante, nè che le ipotesi neo- corporative non sono convenienti per la classe lavoratrice. Semplicemente non sono, forse, quelle più affini alle ragioni ideali dell'impegno quotidiano di molti di noi. Infine, emergono nel sindacato contrattuale-unionista limiti "interni" sempre più evidenti. Quelli più significativi sono da un lato l'esistenza di un grosso appa- rato, difficile da manovrare e la cui ulteriore espansione porrebbe gravissimi pro- blemi sia in ordine al funzionamento della democrazia interna all 'organizzazio- ne, sia di natura finanziaria; dall'altro una ideologia molto rigida, che ormai, es- sendo stata negli ultimi tempi utilizzata come strumento più di organizzazione e di verifica del consenso che di costruzione dell'identità dei militanti, costituisce più un vincolo all'azione (non si potevano fare cose che l'ideologia giudicava cat- tive, es.: part-time) che una risorsa effettivamente utilizzabile. 2. Incominciando a parlare di "sindacato popolare", e non intendendo, per il momento, perderci in un dibattito sui concetti di "classe" e di "popolo", il pri- mo problema da affrontare riguarda la rappresentanza, cioè il chi e come questo sindacato dovrebbe rappresentare. La funzione di rappresentanza è di difficile definizione, ma in essa sta comun- que la forza di un'organizzazione politica. Perchè questa funzione possa essere esercitata devono sussistere due condizioni: 1) - un certo consenso nella base dei rappresentati; 2) - il riconoscimento da parte delle controparti nei confronti delle quali la rappresentanza viene esercitata. Quando manca una delle condizioni, l'organizzazione si trova in una situazione di debolezza e difficilmente riesce ad ottenere risultati positivi per i rappresentati: basti, per esempio, pensare alla Cgil degli anni '50 (ampio consenso di base ma nessun riconoscimento istituzionale) o ai sindacati autonomi o gialli in certe fasi (ampio riconoscimento ma limitato consenso di massa). Il dubbio che sorge oggi, in una fase in cui il sindacato sembra ricercare sempre più le proprie risorse di rappresentanza nel riconoscimento da parte del sistema politico-istituzionale, è che in realtà il sindacato abbia, tranne che in occasione di brevi e felici coinciden- ze, per lo più sovrapposto i propri modelli rivendicativi e organizzativi al mondo culturale e di relazioni sociali del lavoratore, riuscendo al più a coinvolgere un gruppo ristretto di quadri che, a quel punto, hanno tagliato con il proprio passa- to culturale e con il precedente mondo di relazioni, creandone un altro, diverso e B ~,;~:e!;~:~--""~P· · · 1 s· acato nel quale militano.

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