Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979
Contro l'etnocentrismo sindacale 93 Sotto questa immagine della politica di reclutamento sta appunto una conce- zione della sindacalizzazione basata sul presupposto che la collettività dei lavora- tori valuti il sindac~to in primo luogo in base alla linea politica ufficialmente espressa e che il risultato di questo giudizio, positivo o negativo, si traduca, in modo automatico, rispettivamente in un aumento o in un calo delle adesioni. Va da sè che la grande crescita delle adesioni avvenuta dopo il 1969 è conside- rata esclusivamente frutto del successo della linea politica perseguita e indice dell'adesione di massa a tale linea, mentre nella situazione odierna non mancano coloro che, critici nei confronti della gestione attuale dell'organizzazione, scruta- no con ansia gli indizi di una crisi del sindacato, sperando che un calo (contenu- to) delle adesioni abbia benéfici effetti rigeneratori e autocritici, come altre volte nella storia di questo trentennio. In realtà occorre constatare che non possiamo dire nulla di sufficientemente preciso sul rapporto tra livelli di sindacalizzazione (o andamento delle iscrizioni) e politiche di reclutamento. Mentre l'andamento della sindacalizzazione, in de- terminate circostanze, può condizionare le politiche di reclutamento, non siamo in grado di dire come e quanto le politiche di reclutamento influenzino i livelli di sindacalizzazione. Esiste probabilmente una ''soglia'' minima di rappresentativi- tà che ogni organizzazione deve superare intensificando gli investimenti organiz- zativi per essere ''riconosciuta'' dai lavoratori e dalla controparte e poter poi contare, per la crescita ulteriore, su altre risorse (risultati dell'azione contrattua- le, effetti di "imitazione" all'interno di uno stesso gruppo di lavoratori, facilita- zioni istituzionali od altro). Parallelamente, raggiunti tassi di sindacalizzazione attorno al 45%, sembra manifestarsi anche in Italia un "effetto di saturazione" che rende scarsamente produttiva qualsiasi politica di reclutamento che non in- novi in modo sostanziale la qualità dei beni che il tesseramento offre all'iscritto. Quale sia l'effetto delle politiche di reclutamento sui livelli di sindacalizzazione, tra queste due "soglie", minima e massima, non siamo in grado di dire, ma esse ci dicono comunque abbastanza sulla sterilità della lettura volontaristica che l'or- ganizzazione oggi fa del problema del reclutamento. Per riflettere più a fondo sulle politiche di reclutamento occorre tener presente che il sindacato non organizza i lavoratori solo per promuovere la loro autotutela collettiva; anzi, in alcune situazioni il sindacato è prevalentemente occupato a fornire servizi, informazioni, assistenza e comunque benefici di tipo individuale. Il rapporto tra sindacato e lavoratori non è quindi solo un rapporto tra la orga- nizzazione e il lavoratore in quanto membro di una collettività, ma anche un rap- , porto di tipo individuale, con il lavoratore singolo. Di più, di fronte alla incertez- za o alla difficile misurabilità dei benefici materiali di tipo collettivo forni ti dal sindacato e forse anche al fatto che ne fruiscono indiscriminatamente iscritti e non iscritti, sembra esistere una tendenza verso uno sviluppo di pratiche organiz- zative basate sul rapporto individuale, non condizionate all'iscrizione ma comun- que ad essa più o meno direttamente finalizzate (es.: compilazione mod. 740). Sicuramente in nessun caso il sindacato può ridurre tutta la propria attività alle pratiche burocratiche di un ufficio di assistenza, ma può certamente ridurre la politica di proselitismo all'offerta di assistenza e servizi. Non a caso il supera-
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