Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979

Contro l'etnocentrismo sindacale 91 Molte cose da allora sono cambiate. Sono indubbiamente venute a mancare delle risorse: l'attenuarsi di quei modelli di fedeltà al progetto complessivo dell'organizzaiione che derivavano dal far parte di un contesto subculturale for- temente integrato, il progressivo esaurirsi cioè della motivazione di appartenenza al mondo cattolico come base della sindacalizzazione CISL, è senz'altro ·il fatto di gran lunga più significativo a questo riguardo. Il sindacato ha potuto però usufruire nello stesso tempo, di nuove risorse: le facilitazioni istituzionali che esso ha strappato al sistema politico, o che questo ha concesso, e i meccanismi semiautomatici nelle procedure che regolano il tesse- ramento, in parte anch'essi frutto di accordi con le istituzioni, sembrano assume- re una rilevanza tale da rovesciare lo stato di prevedibile indebolimento, conse- guente all'attenuarsi delle adesioni su base ideologica, in un sostanziale rafforza- mento. Nello stesso tempo in cui si è registrata questa trasformazione nelle risorse di- sponibili per la sindacalizzazione, e in modo chiaramente non disgiunto da essa, si è avuto uno sviluppo dimensionale dell'organizzazione che ha portato il sinda- cato italiano quasi a raddoppiare in dieci anni il numero di iscritti. È abitudine diffusa sottovalutare gli effetti di questa crescita veramente straordinaria sui ca- ratteri dell'organizzazione. Il sindacato italiano è oggi diventato per numero di iscritti, sviluppo degli ap- parati e risorse finanziarie una macro-organizzazione. E tuttavia esso ama rap- presentarsi ancora come una organizzazione di carattere artigianale, la cui so- pravvivenza è perpetuamente minacciata, quasi una cittadella in stato di assedio. Le pratiche che l'organizzazione pone in essere sembrano però contraddire questa immagine. Il clima organizzativo si è profondamente modificato; la disponibilità di nuove risorse lo ha cambiato. L'organizzazione, con i suoi comportamenti, dimostra di sapere che in realtà la sua sopravvivenza oggi non è più minacciata. Si sente suffi- cientemente protetta, anche se preferisce non dirlo. È sempre più importante invece esplicitare i termini della nuova situazione. In primo luogo perchè le dinamiche organizzative e il funzionamento di una macro-organizzazione sono qualitativamente di:verse da quelle di una organizza- zione artigianale. Ammettere che la propria natura è cambiata potrebbe essere utile per riflettere in modo ''laico'' sui problemi che essere una grande organizza- zione pone. Si potrebbe così evitare di commettere i grossolani errori in cui si in- corre quando si affrontano in modo artigianale i problemi di gestione, e soprat- tutto di ristrutturazione, di una organizzazione di queste dimensioni. Secondariamente perchè il sindacato fa un uso quanto mai spregiudicato delle risorse che sono a sua disposizione. Ogni nuova risorsa viene utilizzata a piene mani, senza che sulle sue possibili conseguenze vi sia una riflessione adeguata: basti pensare al problema del coinvolgimento istituzionale (es.: presenza in com- missioni di enti pubblici), all'automaticità del rinnovo dell'iscrizione introdotta dalla delega, ecc. Un 'organizzazione che è abituata ad analizzarsi esclusivamente in quanto soggetto politico, e non vede quanta parte delle sue risorse organizzati- ve e del suo lavoro quotidiano sia "oltre" la linea politica e non abbia con essa

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