Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979

90 M. Carbognin e A. Castegnaro Questa concezione organizzativa è in realtà subalterna ad un modo di concepi- re la politica e le organizzazioni che la fanno, prevalente nei partiti e nelle asso- ciazioni politiche, secondo il quale un'organizzazione "seria" ed efficiente è quella che riesce ad imporre moduli organizzativi e di comportamento omogenei (meglio, se possibile, unici) in tutte le diverse realtà del Paese. Non è questa la se- de per analizzare le motivazioni e le origini di questa ossessione per l'omogeneità, al limite della paranoia: basta comunque constatare che proprio l'organizzazione che ha condotto con maggiore coerenza seri tentativi per unificare i modelli orga- nizzativi, cioè la FIM, anche attraverso una spregiudicata politica dei quadri, è andata incontro alle delusioni più clamorose. Ancora una volta, oggi, la preoccupazione che sembra guidare i progetti di riorganizzazione del sindacato è l'ossessione per l'omogeneità. Si fanno i com- prensori? E allora comprensori dappertutto, senza chiedersi che senso abbia par- lare di comprensori in quella dolorosa, strana, ma persistente anomalia che sono le aree metropolitane; senza riflettere sul fatto che nel Mezzogiorno i germi di rinnovamento del sindacato sono presenti nelle poche situazioni dove è faticosa- mente avanzata la verticalizzazione, mentre ridare ufficilmente un ruolo prepon- derante alle strutture territoriali significa cristallizzare la situazione esistente. È necessario invece incominciare a pensare all'organizzazione sindacale e alle sue funzioni non come ad una macchina identica in ogni dove, ma come ad uno spazio intriso della cultura specifica (e con peculiari modalità di rapporto con es- sa) dell'area sociale e territoriale in cui è inserito. Riflettere in questo modo sulle realtà locali e sulle diversità presenti nel sinda- cato potrebbe essere un modo per affrontare in modo non solo ideologico, ma culturalmente fondato, i problemi relativi all'azione sindacale nel territorio e al decentramento organizzativo. . Dal sindacato "artigianale" alla macro-organizzazione Le considerazioni fin qui svolte pongono al sindacato un problema che riguar- da il modo di pensare all'Organizzazione e più in specifico il modo in cui essa rappresenta se stessa. Tende ancora a prelevare nel sindacato infatti, almeno nell'ideologia trasmessa ai militanti, un'ottica di lettura delle dinamiche organizzative, una immagine di se stesso e dei problemi connessi al reclutamento, mutuati da una situazione - quella dei primi anni '60 - che non corrisponde largamente più alla realtà di og- gi. In quegli anni una organizzazione di ridotte dimensioni, a carattere artigiana- le, priva di una struttura organizzativa ramificata sui luoghi di lavoro, con scarsi riconoscimenti da parte del sistema politico, aveva innanzitutto il problema di differenziarsi e autonomizzarsi rispetto alle organizzazioni parallele - il partito l'organizzazione ecclesiastica - innanzitutto - del mondo cattolico, dandosi una struttura organizzativa sufficientemente adeguata, stabile ed efficiente.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==