Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979

Contro l'etnocentrismo sindacale 89 zionale, efficiente, dalle Alpi alla Sicilia, dall'industria metalmeccanica al com- mercio è clamorosamente (e forse fortunatamente) fallito. Il tentativo è stato condotto seriamente, con scelte organizzative conseguenti: con forzature conti- nue da parte del gruppo dirigente nazionale ad applicare ovunque, in modo ugua- le, pratiche organizzative felicemente sperimentale in talune situazioni, oppure con lo spostamento di quadri dirigenti che avevano dato buona prova di sè verso zone ritenute sindacalmente "depresse". Era un tentativo destinato al fallimento perchè si trattava di un progetto pro- fondamente "etnocentrico", nel senso letterale del termine. Vale a dire che i por- tatori di questo progetto, frutto dell'esperienza sindacale lombardo - piemonte- se degli anni '60, erano convinti della assoluta superiorità storica e progressiva del modello di sindacato da essi proposto e della validità di tale modello in qual- siasi situazione, anche in condizioni strutturali e culturali del tutto diverse. Per questo, appunto, tentarono di esportare in tutta Italia, con misure di ingegneria organizzativa sp·esso discutibili, il sindacato unionista, fondato sulla tutela con- trattuale, affermatosi in alcune zone del Nord Italia durante il ciclo di lotte 1968- 73. In realtà il sindacato si adatta e viene parzialmente plasmato dall'ambiente all'interno del quale è inserito. Era impensabile, ad esempio, supporre di trasferi- re meccanicamente un modello di sindacato fon dato sulle relazioni di tipo univer- salistico proprie di una cultura urbana, in un ambiente dove le relazioni interper- sonali si basano sui rapporti primari, faccia a faccia, di parentela, di comparag- . g10, ecc. La realtà ci ha giocato, come spesso è accaduto nella storia, un brutto scherzo: il sindacato ''reale'', modificato dal rapporto di interazione con l'ambiente, è as- sai diverso dal modello che ha riempito i sogni e le ansie di molti militanti e diri- genti in questo decennio. . In taluni casi, anche le più tradizionali e ·codificate differenze, quelle tra CISL e CGIL, sembrano attenuarsi, fino a diventare difficilmente decifrabili, almeno pella pratiche organizzative concrete. ·· Non solo, ma non è assolutamente verificato uno degli assunti dell'"etnocen- trismo sindacale'', e cioè che sia in atto una trasformazione per cui il modello "arretrato" di sindacato del Sud si sta lentamente avvicinando a quello "avanza- to" del Nord. Infatti, il modello di sindacalizzazione basato sull'assistenza, che si ritiene con- traddistingua il sindacato del Sud, è invece tutt'altro che prerogativa esclusiva delle regioni meridionali: il sindacato agricolo si espande basandosi largamente sulle medesime pratiche organizzative anche nelle altre regioni; il peso dell'assi- stenza ai pensionati aumenta per tutte le Confederazioni, in particolare per la CGIL, anche nel Centro e nel Nord. D'altra parte l'affermarsi nel Mezzogiorno di un modello di sindacato unioni- sta, basato sulla contrattazione, risulta essere lenta e difficile anche là dove le condizioni strutturali sembrerebbero essere più favorevoli, a seguito dei nuovi in- sediamenti industriali.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==