Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979

La salute...... 79 ta insoddisfazione del loro lavoro. La dinamica esistenziale alla fine della quale è scoppiata la crisi che sta alla base di quello che denunciano come malessere con bisogni medico-sanitari, è senza eccessiva forzatura la seguente. Si tratta di gente che entrando nel sindacato non è stata ''promossa'' nè socialmente nè economi- camente. Hanno scelto il sindacato perchè credevano a grandi obbiettivi ideali. Si sono spesi fisicamente e psichicamente senza risparmio e senza parsimonia in questa attività. Oggi si trovano umanamente di fronte ad una strozzatura impo- sta sia da difficoltà politiche generali sia da rigidità specifiche, connesse stretta- mente al sistema organizzativo interno al sindacato. La sensazione che clinicamente se ne ricava è di una grossa stasi nell'evoluzio- ne umana dei singoli soggetti. Si sentono ingabbiati. Le sbarre di questa trappola sono rigide e molteplici. Non è più possibile andare avanti ed è difficilissimo tor- nare indietro. Per molti di loro non è praticabile il ritorno in fabbrica. Per tutti rimane chiaro il fatto che ogni altro lavoro o fonte di reddito è o un regresso so- ciale o un tradimento ideale. Significherebbe soprattutto rendere pubblicamente visibile il loro fallimento. Coloro che erano partiti per dare l'assalto al cielo o, al- meno, una buona scrollata alla terra, si ritrovano sfiancati ogni mattina in fondo alla rampa di scale che porta all'ufficio. Svanita l'utopia, resta il mestiere. Chi è nato alla politica nel '68, in epoca di riflusso e compromesso, si trova nella condi- zione dei seguaci di Robespierre in _epocadi Termidoro. "In quei tempi una rapidità acquisita, uno· slancio ancora operante, faceva sì che molti uomini continuassero a lavorare in un .mondo diverso da quello che avrebbero voluto forgiare, disillusi, amareggiati, ma incapaci( ... ) di non assolve- re scrupolosamente al loro quotidiano dovere. Rinunciavano a ragionare; la cosa più importante era vivere, dandosi da fare in qualcosa che consentisse di ritorna- re una mattina dopo l'altra alla pace del proprio mestiere" (Alejo Carpentier, Il secolo dei lumi, Longanesi, Milano 1964, p. 205). Con un'unica variante: il me- stiere del sindacalista è un mestiere che non dà pace. 7. Utopia, ansia e mestiere. È appena il caso di rilevare che la nevrosi d'ansia depressiva è il quadro clinico classico dei managers frustrati. Le manifestazioni di malessere dei suoi funziona~ ri porta ad equiparare, almeno clinicamente, il sindacato a qualunque altra orga- nizzazione che produca merci o servizi nel nostro sistema economico e sociale. Con alcune aggravanti connesse alla particolare pesantezza del mestiere di sinda- calista. Questi elementi finiscono per esaltar la condizione di intollerabilità e, poichè il rifiuto della situazione è impossibile, per esasperare la sofferenza. L'ambiguità del rapporto fra i medici e questi strani pazienti ha tutte le sue radici e la sua evidente chiarezza nel rapporto contorto che essi mantengono con la loro organizzazione. La constatazione dell'impotenza politica ed umana in cui costo- ro son ridotti non può essere meglio illuminta: queste stesse persone che, votan- dosi completamente alla causa, avevano gustato il sapore dell'onnipotenza si ri- trovano oggi nella condizione di aver bisogno di un certificato medico per legitti-

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