Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979
64 Ulisse Rubini GRAZIANO: Io sono soddisfatto del lavoro che faccio, questo lavoro mi realizza, lo sento come mio e lo faccio non solo per sbarcare il lunario. ANTONIO: La fabbrica per me non è stata un trauma, la gente mi ha aiutato, ho trovato con il tempo un lavoro che mi piace e che mi permette di girare dentro la fabbrica. ANGELINA: Io ho chiesto a molti in fabbrica perchè vengono a lavorare e tutti mi hanno risposto che lavorano per i soldi, poi quando ho insistito molti hanno det- to che in fabbrica, anche se avessero soldi, a lavorare ci andrebbero lo stesso. Viene qui messa in discussione anche la motivazione più semplice, quella dei soldi. C'è poco da dire, qui c'è solo da studiare. Chiunque tentasse di fare una sintesi farebbe un buco nell'acqua. Meglio dunque prendere il coraggio a due ma- ni e dire che forse la gente non la pensa come noi, o, meglio, che noi non sappia- mo come la pensa la nostra gente. Per capire dobbiamo però evitare accurata- mente di filtrare o adattare i fenomeni e i comportamenti alle nostre tesi. 3. Le cento forme del lavoro Non sempre però lavoro è uguale a fabbrica. Se accanto a queste considerazioni aggiungiamo anche il grosso problema dell'''economia sommersa'', allora comprendiamo che lavoro è anche quello a domicilio, il nero, il doppio, il lavoro dei campi ecc. Come organizzazione pensiamo d'aver comprese le motivazioni per le quali i padroni battono e realizzano la strada del decentramento produttivo. Abbiamo stranamente trascurato però di capire quali sono i motivi per i quali i lavoratori accettano spesso attivamente di percorrere la strada del domicilio, del nero, del doppio, del lavoro dei campi. GIORGIO: Molti nella mia fabbrica praticano il lavoro nero, il domicilio o il dop- pio lavoro. Molti dicono di vivere la fabbrica solo per la mutua, altri che vengo- no in fabbrica per riposar\i dal duro lavoro dei campi o dal domicilio. · ELIO: Conosco un operaio che poco tempo fa si è dimesso da delegato. Ho cerca- to, di capire, parlando con lui, quali erano i motivi delle sue dimissioni e ho sco- perto che, per motivi familiari, era costretto a praticare il doppio lavoro. Per lui questa era una contraddizione. Non poteva cioè da delegato dire no al doppio la- voro e dopo praticarlo quotidianamente. Per questo e per non passare dei guai con gli operai, ha deciso di dimettersi. Nonostante questo si impegna ugualmente nel sindacato, è sempre in prima fila nelle lotte. Da tutto ciò ne deduco che il doppio lavoro è un problema dentro e fuori il sindacato che dovrebbe essere stu- diato meglio. WALTER: Diversi sono, secondo me, i motivi per i quali uno fa il doppio lavoro, il nero, il domicilio ecc. Possono essere motivi economici: non c'è né da sottovalu- tare né da disprezzare. Di fronte all'equo canòne uno si trova l'affitto raddoppia- to. Cosa può f~re l'operaio davanti a questo problema? Può poi esserci il
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