Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979
Lavorare stanca e libera 63 ci permette di dare colore alla ormai scialba quotidianità. Tentare di dare signifi- cato alle nostre sensazioni, che ultimamente sono un pò cupe, ci rende collettiva- mente coscienti che queste sensazioni, difficoltà o disagi, non cadono dal cielo. Quasi mai sono semplici sfighe personali. Al contrario si tratta spesso di elementi che fanno affiorare un malessere politico che ha certamente le sue cause anche nei peccati di omissione del sindacato. Perciò dissentiamo serenamente da tutti coloro che, etichettando questo malessere politico come ''problemi personali di alcuni amici e compagni confusi'', tentano di accatastarli nei nostri armadi già tanto pieni di scheletri. Al tempo stesso, occorre che ciascuno di noi faccia uno sforzo per far sì che le nostre diversità non diventino schieramento, del resto inu- tile e insignificante. Al contrario dobbiamo tornare a produrre momenti di con- fronto sereno e spassionato. Dobbiamo operare perchè temi e problemi lontani o diversi da quelli che ciascuno di noi ha nella propria testa quotidianamente, non siano interpretati come momenti di mancata maturità politica o peggio ancora come dei limiti e delle debolezze soggettive. Sono invece un prezioso patrimonio di esperienze che ciascuno di noi ha accumulato nella dura vita dentro la fabbri- ca. Discutere ·assieme è l'unica maniera in cui l'organizzazione può rendere col- lettivo, cioè politicamente significante, tutto questo. 2. La fabbrica è una guerra. Ma a qualcuno piace. Queste otto ore (speriamo ancora per poco) che noi viviamo lavorando in fab- brica sono certamente importanti. Ma è proprio vero che il lavoro modella la nostra vita? GELMINO: È dalla età di undici anni che ho dei padroni. La fabbrica la odio: è un carcere dal quale si esce la sera in libera uscita ed il sabato e la domenica in libertà vigilata. A sessanta anni ti tolgono anche il diritto di lottare, non voglio arrivare a quella età senza che non sia cambiato nulla. LINO: La fabbrica negli ultimi anni è cambiata e questi cambiamenti gli operai li vivono come una violenza verso se stessi perchè, rappresentano una incognita. Le reazioni sono le più disparate: assenteismo, ribellione, accettazione, facendo emergere i più strani desideri: superminimi individuali, vincita al totocalcio, e via dicendo. PA010: La fabbrica è una palla al piede per la emancipazione dei lavoratori. Im- . pedisce lo sviluppo della mia cultura, della mia personalità e siamo così subalter- _niai ·padroni. Se un dato emerge è quello della totale subalternità. Poco o nulla è cambiato rispetto ai comportamenti, se mai c'è qualcosa che non va nella nostra chiave di lettura. Esistono anche situazioni diverse che per comodità, convenienza o omer- tà, o perchè semplicemente non rientrano nella nostra logica, abbiamo nascosto e accantonato.
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