Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979
60 Federico Bozzini propria parte sono stati semplicemente accennati e sono rimasti ad un livello suf- ficientemente astratto di enunciazione tale da permettere l'unità operativa. Al di là delle formule, i 61 licenziamenti della FIAT sono accusati di essere vio- lenti e poco affidabili professionalmente. L'atteggiamento ufficiale espresso dal sindacato fino a questo momento è tatticamente utile perchè attorno al problema ha conservato l'unità dell'organizzazione. Ma questa unità, così come si è espres- sa, è strategicamente perdente. Ci spieghiamo: dire ''respingiamo la natura dei provvedimenti FIAT" aggiungendo, "ma noi non difenderemo mai i violenti" significa semplicemente dire ''dateci le prove che questi tizi sono violenti, elenca- teci i fatti di violenza in cui sono coinvolti, e noi li abbandoneremo serenamente alla loro giusta punizione''. La prima cosa che si dà per scontata è che la FIAT e il sindacato abbiano lo stesso criterio di violenza. La seconda è che nel sindacato circoli standardizzato nelle tasche degli operatori e dei militanti un doppio decimetro omogeneo col quale valutare le azioni violente. Sono due elementi tutti da verificare. La situa- zione sarà interessante quando l'azienda elencherà le sue prove e nel sindacato e nell'opinione pubblica scatterà contemporaneamente la misurazione individuale di massa. Quello sarà il momento della verità. Bisognerà arrivarci con gli occhi aperti, disincantati e curiosi. 5. Il sistema di misura della violenza cambia a seconda del progetto di sindacato che abbiamo in testa. Se vogliamo un'organizzazione che si assuma semplicemen- te il compito di curare le relazioni industriali, dobbiamo pretendere dagli assistiti un atteggiamento educato alla disciplina ed alla gerarchia di' fabbrica .. A questo livello è violenza anche il tono della voce con cui ci si rivolge ad un caporeparto. Diverso è invece il caso in cui l'organizzazione accolga integralmente anche i suoi compiti di intervento nelle relazioni sociali. Il questo caso il sindacato accet- ta di fare i conti con la globalità del mercato del lavoro, cioè con una possibile base associativa estremamente variegata: occupati e disoccupati, occupati in luo- ghi dove l'organizzazione è radicata e occupati in situazioni produttive disgrega- te; segmenti operai che hanno pienamente interiorizzato la disciplina del lavoro salariato e giovani generazioni che da questo sistema d'esistenza sono ancora umanamente lontanissime. Che vi possano essere pazientemente educate ed alle- vate o che possono sfuggirvi definitivamente. Il primo tipo d'.organizzazione può ambire a costruire un suo sistema di misura della violenza omogeneo internamente e può persino coltivare la santa intenzione di imporlo egemonicamente su altri strati sociali. Il secondo tipo, invece, proprio perchè accoglie attivamente il proprio compito di essere un posto di relazionf fra diversi, deve accettare che nel proprio seno convivano organizzati segmenti socia- li disponibili a diversi livelli di violenza. L'omologazione non è la precondizione del tesseramento, ma l'obbiettivo ambizioso che ci si può proporre costruendo
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