Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979

I dieci anni passati 53 Tra i 61 licenziati ci sono operai che rappresentano tutti i settori produttivi, ci sono operai che avevano fatto domanda di poter essere trasferiti all'estero, ci so- no operai del quinto livello, ci sono operai del quarto livello, c'è l'addetto alla manutenzione, l'addetto alla logistica, il carrellista, i nuovi assunti di recente. C'è tutta la fabbrica, c'è uno spaccato della FIAT. In questo quadro crede vera- mente la FIAT di aver colpito il terrorismo? No, non lo crede, non ci pensa nep- pure. Sa però che la posta in gioco sono gli anni '80, in fabbrica, a Torino, in Ita- lia. Ma poichè ci hanno chiamati terroristi, poichè il problema del terrorismo è all'ordine del giorno di quest'assemblea, i~ voglio essere molto chiaro su questo punto·. Voglio dire chiaramente che le lotte che abbiamo fatto, fossero esse scio- peri, picchetti o cortei, sono separate da un abisso dagli atti di terrorismo. Que- sto abisso è morale, pratico, politico. Non basta qui dire che gruppi terroristici vogliono sostituirsi alla classe, che vogliono sovrapporsi ad essa, che sono l'altra faccia del potere. Voglio ripetermi mostrandovi l'abisso morale, pratico, politico che separa quegli atti, quella pratica, quei temi di rivendicazione dalle nostre lotte. Ho tenuto molto a ribadire questi concetti, questo giudizio perchè dal nostro caso appare chiaro che la FIAT non ha inteso colpire il terrorismo, ma la nostra forza e il futuro di una fabbrica, gli anni '80. Voglio aprire qui una breve parentesi che però noi giudichiamo molto impor- tante. Alcuni di noi licenziati hanno incarichi sindacali,· la maggioranza di noi li ha avuti nel passato. Ha promosso vertenze, ha partecipato a trattative, ha svolto attività sindacale anche se non è mai stata d'accordo - lo dico in tutta franchez- zae serietà - con la linea che il sindacato si è dato due anni fa all 'Eur a Roma. È per questa nostra storia, per questo nostro impegno, per questa nostra competen- za, che possiamo affermare che il comportamento della direzione FIAT è misera- bile, che cerca di colpire con questo fumo dei licenziati, una situazione della FIAT che è drammatica per il futuro. Proprio in questi giorni alla PIA T si stanno distruggendo, rimandando in fonderia, più di milleduecento scocche di vetture già verniciate. Perchè? Perchè sono da buttare, perchè i tecnici hanno voluto far lavorare ad un impianto di verniciatura non ancora pronto, incompleto. Noi, io in particolare, in questa officina alla ripresa del lavoro dopo le ferie, abbiamo scioperato; come tante altre volte scioperando un quarto d'ora ogni ora. La FIAT ha risposto dicendo che questo è un atto di violenza. Qualche dirigente del sindacato anche, ha detto che era un atto di violenza. Ma non era così. Era uno sciopero giusto, per diritti che avevamo conquistato. Que- o è uno dei tanti esempi: la FIAT non può accollare a noi i propri problemi; on ci può accollare sulla schiena il fatto che altri modelli di vetture si vendono ·ù del suo, che la sua situazione internazionale va male. Altri compagni io invito pronunciarsi su questi temi, operatori e dirigenti sindacali ci dicano se siamo i operai a causare questa crisi della FIAT di cui si parla, o se sono i suoi diri- nti. Ma ne tenga conto nei prossimi programmi di controllo, di contrattazione, intervento per il futuro. Compagni, voglio solamente trattare ancora due punti, il primo riguarda il

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