Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979
50 Mario Laveto Colpevoli di cosa? é Sarebbe cosa molto buona e di grande utilità per tutti noi aprire un dibattito nel sindacato, per stabilire qual'è il corteo interno buono e quindi difendibile e qual'è il corteo interno non buono e quindi indifendibile. Non voglio qui, pur essendone tentato, avventurarmi in una elencazione di ciò che lecito non è. In altri articoli di questo numero di "Ombre Bianche" si cerca di dare a questo una risposta ragionevole anche se non definitiva. Quello che mi interessa sottolineare è come sia arcinto a tutti noi, o comunque a chi ·nelle lotte sindacali è stato cinvolto in qualche modo, che violenza e illegalità sono elementi costanti della lotta operaia. Senza tornare con la memoria al glorioso '68, basta ricordare le vicende dell'ultimo rinnovo contrattuale. In questo caso i primi solle- citatori della lotta dura dentro e fuori le fabbriche sono stati proprio i "dirigenti" del sindacato. Non esiste un sindacalista che non abbia nei suoi ricor- di (vantandosene nelle occasioni conviviali) scontri duri nei picchetti con i crumi- ri, scontri di piazza con la polizia ed altre amenità di questo tipo. La storia del sindacato alla FIAT e in centinaia di altre aziende è segnata da questi episodi. Da sempre il sindacato ha scelto le forme di lotta che risultano più efficaci e questo l'ha fatto seqza tenere il codice penale in tasca, anzi! Gran parte dell'apparato sindacale a Torino è formato da militanti licenziati dalla FIAT per- chè giudicati violenti. Per questo quando ho udito Lama dire al TG 2 che: "chi getta per aria in un ufficio le carte che sono sui tavoli va licenziato" ho sentito una gran rabbia den- tro e mi sono chiesto quanto è cambiato il sindacato! Pochi minuti per dire quelle , parole, che produrranno guasti notevoli per i delegati che quotidianamente sono chiamati a organizzare la lotta. Questa pratica della doppia verità dentro al sin- dacato va messa in discussione con il massimo della durezza, non possiamo esor- cizzare i problemi facendo finta che non esistano, non possiamo permettere a nessuno di farsi una falsa coscienza con la stesura di un ''comunicato contro la violenza'' tanto duro nei termini quanto fatuo nella sostanza ... Assumere fino in fondo e con decisione la difesa dei 61 licenziati FIAT non vuol dire essere conniventi con il terrorismo, vuol dire difendere la natura di que- sto sindacato, difendere la possibilità dei delegati di organizzare la lotta, togliere dalla testa di ognuno la paura di diventare il sessantduesimo. Solo questo comportamento può dare diritto al sindacato di aprire al proprio interno e fra i lavoratori una discussione sulle forme di lotta, sulla violenza legit- tima e su quella illegittima. La violenza ci viene imposta in questi giorni, come qualcosa di molto concreto, con il quale fare i conti. Quotidianamente siamo chiamati nel sindacato a prende- re posizione contro, quasi che ogni giorno vi sia il bisogno di dare un attestato di legittimità. Quando uno di noi è chiamato a stendere il rituale comunicato di con-. danna fa una fatica maledetta a trovare un aggettivo nuovo _per definirla. Con questo problema prima o poi dovremo fare i conti, a partire dalla nostra storia da ciò che concretamente siamo. È possibile realizzare l'obiettivo di trasformare la
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