Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979
FIA T: un buon motivo per parlarne 49 voro. Non a caso contemporaneamente con la FIAT questo sindacato è chiamato a fare i conti con i licenziamenti per assenteismo decisi all'Alfa Romeo e con i 4500 licenziamenti chiesti dall'Olivetti in nome della produttività e dell'efficien- za. Su quello che si è fatto e quello che si poteva fare Il modo con cui il sindacato ha reagito alle vicende FIA T offre alcuni spunti di riflessione e lascia seriamente preoccupati. Si è dovuto aspettare alcuni giorni prima di sentir pronunciare la parola revoca dei licenziamenti. Non pochi sono stati quelli che all'interno del sindacato invita- vano alla prudenza, che pensavano che in fondo, se la FIAT aveva· fatto quella scelta, i suoi "buoni motivi" doveva pur averli. Questa situazione ha creato non poco disorientamento fra i militanti ed ha condizionato pesantemente le scelte del sindacato. La decisione, assunta non senza difficoltà, di denunciare la FIAT per attività antisindacali (art. 28 dello Statuto dei lavoratori) è molto importante, ma è pesantemente condizionata dal fatto che si è chiesto ai 61 licenziati _diaderire ad una "carta" dei valori del sindacato dove si rifiuta la violenza, il terrorismo ed ogni forma di intimidazione, subordinando a questa adesione!' assunzione della difesa dei licenziati. A me pare che questa scelta cambi profondamente la natura del sindacato italiano. I 61 licenziati sono difesi non tanto perchè lavoratori sala- riati colpiti dalla repressione padronale, ma a condizione che aderiscano a dei va- lori. Seguendo questa strada non ci sarebbe da stupirsi se domani per essere difesi dal sindacato occorresse dichiararsi d'accordo sulla linea dell'EUR. La decisione di contestare i licenziamenti perchè non motivati concretamente apre un secondo tema di riflessione. Si è scelto da parte del sindacato di chiedere a gran voce le ''prove'' che hanno determinato i licenziamenti, facendo diventare centrale la contestazione sul metodo seguito dalla FIAT anzichè sul merito. Si può dire che il sindacato ha assunto una linea "garantista" che ha il suo fascino se applicata alla società civile, (7 aprile ecc.) ma lascia decisamente perplessi se applicata al rapporto di lavoro. Basti pensare che secondo il contratto ·nazionale dei metalmeccanici si può essere licenziati dall'azienda se si insulta il padrone o un suo rappresentante. In questo caso un lavoratore che ha mandato a ''quel pae- se" un capo reparto potrà essere licenziato dalla FIAT purchè essa riesca a pro- varlo. In qu,esta scelta appare chiara la volontà del sindacato di difendere il suo diritto di "contrattare" prima ancora di difendere i licenziati. Sappiamo tutti pe- rò che alla FIAT non si è parlato di insulti, si è parlato di violenze, minaccie, inti- midazioni, e di altre nefandezze analoghe, che sarebbero avvenute durante le lot- te sindacali. Sotto accusa non sono le violenze e le intimidazioni, le minaccie alle quali sono stati sottoposti i delegati sindacali nel periodo '68 - '73, non ci sono le centinaia · licenziamenti operati in quel periodo alla FIAT, ma la presunta violenza degli perai.
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