Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979

28 Giuseppe Mercanti conoscono e che (anche) per questo stanno vivendo questo splendido autunno nelle patrie galere, che vanno presi in mano dal sindacato e valutati attentamente. Sono problemi poco conosciuti e discussi molto sommariamente. È fastidioso per il sindacato semplicemente prenderli in esame. Eppure si tratta di temi culturali che toccano la fibra stessa dei valori su cui il sindacato si regge e che, in modo sintomatico e tutto da capire, il sindacato si è sempre coerentemente rifiutato di affrontare. Uno di questi problemi, quello centrale a mio avviso, è il rifiuto del lavoro in tutte le sue espr·essioni. Non è questa l'occasione per analizzare un tema che meri- ta ben altro spazio e attenzione. Basta però riflettere sul comportamento con- traddittorio che "l'organizzazione dei lavoratori" ha assunto nei confronti di una delle manifestazioni di questo rifiuto: l'assenteismo. Il sindacato si è limitato a prendere atto del fenomeno quando la controparte padronale e governativa lo ha obbligato. Dovendo però verbalizzare la sua opinione in merito o si è espresso con condanne tanto nette quanto astratte, oppure non è riuscito a trarre nessuna conseguenza coerente e si è limitato a fornire un giustificazionismo sociologico di questa ''deviazione'', considerata tale rispetto ad un comportamento operaio produttivo e cointeressato, fermamente ritenuto come ''normale''. La verità è che esistono oggi, con sempre maggior evidenza sociale, intere generazioni che ri- fiutano il lavoro salariato ed il complesso di valori culturali ed etici che su di esso i "buoni maestri" han costruito e che, se questa non è l'unica giustificazione al fenomeno dell'assenteismo; è certamente quella qualitativamente più rilevante. Fare i conti con questi problemi è l'unica maniera per avere un rapporto giusto, cioè politico, con Autonomia. Se ben usata, questa occasione processuale può essere utilizzata per confron- tarsi finalmente non solo con gli arrestati del 7 aprile, ma con i problemi di cui Autonomia Organizzata si è dichiarata portatrice, potendolo fare anche per un'insufficienza interpretativa delle altre forze sociali. 6. Naturalmente il confronto potrà ·risolversi o con un'assunzione dei temi so- stanziali, ovvero con la presa d'atto dell'esistenza di realtà diverse che bisogna in primo luogo ammettere come esistenti. Fra i problemi del confronto rientra integralmente il discorso sulla violenza. A questo proposito possiamo pur partire dalla ovvietà che, chiunque si mette a di- scutere dei valori fondamentali di qualsiasi organizzazione statuàle, può rendere pratici i suoi progetti di mutamento soltanto con la violenza. E, per converso, ogni organizzazione statuale si tutela e si difende da possibili mutamenti radicali con tutta la violenza istituzionalizzata di cui dispone. Basti riflettere sulla circostanza che nessun sistema è mai cambiato democrati- camente, ma ha solo permesso delle modificazioni progressive compatibili con il sistema stesso.- Il "compromesso storico" non è la facile imbecillità di un revi- sionista, ma la prima seria conseguenza tratta su questa riflessione.

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