Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979

Se otto mesi vi sembran pochi 19 lare in codice è un fatto noto; si pensi alla frase sibillina: "uni versa universis pa- tavina libertàs"). La morte di Moro è una tragedia troppo grande perchè si possa solo pensare di sorridere di questa ''toppa'' della giustizia italiana. Tutte le accuse vengono conosciute attraverso fughe di notizie, ben dosate e , con il necessario rilievo sui giornali, uscite dalla bocca di magistrati che ritengono sacro e inviolabile il segreto istruttorio. Dagli interrogatori degli imputati e dai verbali degli stessi pubblicati dai difensori non risulta alcuna prova concreta. Gallucci, capo dell'ufficio istruzione di Ro- ma, dice sensatamente che non ce n'è nessun bisogno. Poi torna a studiare il co- dice penale, ma scopre che è composto da più di mille pagine e rinuncia. 2. Cerchiamo di capire insieme cosa è un mandato di cattura. Di solito, questo foglio racconta che una persona è imputata di un reato specifico, ad esempio di omicidio, perchè il giorno tale ha accoltellato il tal altro, provocandone la morte. Per questo il mariuolo deve essere tradotto in ceppi nelle patrie galere. Il gioco penale in Italia infatti è così definito: l'imputato può essere perseguito per aver violato una legge esistente, è responsabile quasi esclusivamente dei propri atti, deve conoscere cosa gli viene contestato per potersi difendere. La prima stranez- za del ''7 aprile'' invece sta proprio nel mandato di cattura. Vi sono elencate delle persone e successivamente vengono elencati un centinaio di reati (attentati di Pa- dova, notte dei fuochi ecc.). Non è che al primo degli imputati venga contestato di aver commesso il primo reato indicato nel mandato, o qualcosa di simile. Tutti sembrano accusati di tutto. Comincia così a diventare abbastanza difficile difendersi, perchè prima di ogni cosa occorre convincere il giudice di non possedere il miracoloso dono dell'ubi- quità e di non essere stati nella stessa ora e stessa notte a Campodarsego, Rovigo e Padova. 3. Nel corso del mese di aprile a Thiene salta in aria una intera casa: muoiono tre giovani mentre costruiscono un ordigno. Viene arrestato Lorenzo Bortoli, che pagava l'affitto della casa, assieme ad alcuni assidui. Qualche tempo dopo viene fermato per pochi giorni un frequentatore del centro sociale di Thiene. Alcuni giorni dopo il suo rilascio, ai primi del mese di maggio, scattano 18 mandati di cattura, disposti dal pubblico ministero di Vicenza. La tecnica è quella padova- na: un elenco di persone e un elenco di un centinaio di attentati; come al solito non viene indicata la responsabilità specifica di ogni singolo. Poi si scopre che è stato quel fermato a ''confidare'' alla polizia una serie di impressioni e di racconti sugli imputati. Lo stesso confidente, messo a confronto con gli imputati, ritratta. Nel più drammatico di questi confronti, Bortoli dirà

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