Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979
14 Gianni Tagliapietra E in terzo luogo perchè un atto comunemente definito violento dal sistema di valori vigente e fondante le norme può tutelare valori a cui un ampio consenso at- tribuisca un significato superiore a quelli tutelati dalla norma. Tipico il caso delle forme coercitive attuate durante le agitazioni sindacali. E infatti proprio qui si inserisce, oltre l'astrattezza, la pericolosità del discorso sportivo-ideologico sulla violenza che va montando attraverso i mass-media e i vari "moral entrepreneurs" in questa fase, con discreti successi di suggestione anche su chi dovrebbe essere molto più cauto per la delicatezza e la vischiosità della questione. Alcuni "moral entrepreneurs", in odore di saggezza e molto accreditati anche in ambienti di sinistra in passato refrattari alle suggestioni, vanno dottamente "dimostrando" come l'attuale diffusione di ideologie e di pratiche violente (vedi area dell'Autonomia, P 38, BR, Toni Negri e il resto del campionario) altro non sia che l'esito necessario e diretto (poche balle, perdio!) dell'ideologia e della pra- tica storica del movimento sindacale e dell'attuale omertà e tolleranza con cui, al di sotto delle declaratorie ufficiali, il sindacato avrebbe nei fatti, se non altro con la reticenza, alimentato, protetto e diffuso una cultura violenta di massa. Per cui il sindacato si trova di fronte a figli propri, per quanto degenerati, e tutto ciò che può fare è intonare coralmente un mesto e pentito ''mea culpa'', meglio se in TV o su La Repubblica. Ma non basta. Poichè tutta l'operazione va configurandosi sempre più nelle forme non del solo attacco ideologico, che è semmai il cavallo di Troia, ma di un repentino riequilibrio della distribuzione del potere nelle relazio- ni industriali e, più in generale, fra i gruppi sociali (vedi caso dei 61 della FIAT), lo scopo finale è raggiunto quando il sindacato sarà totalmente e definitivamente in posizione subalterna, avendo adottato i "valori" e le pratiche (inquisitoriali) dell'ideologia dominante, mediante abiura della propria esperienza e ufficializza- zione dell'adesione ai valori dominanti. Teoria generale dello sputo E già si rilevano segnali allarmanti di questa risposta subalterna, che indicano una situazione di minoritarismo psicologico del sindacato nella canea che gli si va montando contro. Ora, se è indubbiamente vero, ed è folle negarlo, che la nostra esperienza non è affatto vergine per quanto riguarda la adozione di pratiche coercitive variamente modulate nell'esercizio della conflittualità sindacale (es. il picchetto come forma più elementare e frequente) né per quanto riguarda l'impiego di vera e propria forza fisica, individuale e organizzata, in molteplici situazioni di minaccia (il caso classico, del resto sempre meno frequente, dello scontro con le forze dell'ordine), la cosa più folle, oltre che da un punto di vista logico anche da un punto di vista storico e politico, è fare un bel fascio di tutti questi fatti empirici, ciascuno spie- gabile di per sè e senza invocare entità metafisiche (le mitiche Furie, la dea Vio- lenza), etichettarli assieme ad infiniti altri come "violenti", e dunque "no- bbuoni", e gettarli in pasto ai nostri bacchettoni nien'affatto disinteressati per ri-
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