Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979

8 rono alla formazione di una pratica quotidiana che vogliamo gratificante, per noi e per gli altri. Un brutto modo di lavorare insieme non è un incidente tecnico: è un momento di frustrazione e di ulteriore demotivazione delle persone. Se la gen- te scoppia, ci sarà certo "una crisi della militanza" che spiega tutto (e niente), ma ci sono anche tanti motivi vicini e verificabili e tuttavia rimossi dall'etica colletti- va. E questo è tutt'altro che il "Personale"! Ricomporre la politica con i significati concreti dell'esistenza del militante si- gnifica inoltre riconsiderare radicalmente la pratica sociale. Riconsiderazione a partire da un dato: lo spazio sociale in cui opera il militante non è uno spazio neutro (i lavoratori standard), ma è uno spazio mediato dalla cultura locale speci- fica, che dà al sociale ed alle sue domande di emancipazione originali significati e originali forme di espressione, "culturali", "popolari" nella portata più vera del termine, che costituiscono il tessuto profondo che tiene unito il militante ed il suo ruolo di emancipazione con la propria gente. Riscoprire, valorizzare e difendere questa specificità, lungi dall'essere una ope- razione di archeologia dell'anima o di sterile nostalgia (com'era verde la mia val- le), è una importante scelta politica e culturale che comporta due tendenze: 1) costringere la gente a pensare alle proprie radici non come a qualche cosa da rimuovere nello spazio "laico" del sindacato e della "politica", ma come ad una insostituibile peculiarità e ricchezza, individuale e di classe, garanzia prof onda dell'aderenza della funzione di rappresentanza e di agitazione (la figura del mili- tante) alle condizioni storiche e alle domande reali della gente rappresentata, nel- le specifiche forme. in cui queste domande si manifestano, le forme di una cultura specifica, di un originale rapporto fra il popolo e le condizioni storiche, naturali e sociali della propria sopravvivenza ed emancipazione. 2) Cominciare a pensare all'organizzazione sindacale e alle sue funzioni non come ad uno spazio-macchina identico in ogni dove, ma come uno spazio intriso della cultura specifica (e dunque con peculiari modalità di rapporto con essa) dell'area sociale e territoriale in cui storicamente è sorto. Dunque con radici sto- riche e manifestazioni originali che precedono e travalicano ogni gabbia ideologi- ca standard, ostinatamente irriducibili agli schemi interpretativi delle storiografie canoniche. 3. Fantasmi, intrighi e altre amenità Infine un'ultima puntualizzazione. Normalmente !''apparire di una nuova rivista dentro il dibattito e la ricerca di una grande organizzazione di massa, fa scattare, anche nella testa dei non dietro- logi, quasi come un riflesso condizionato, l'ipotesi della "corrente", sulla base della banale equazione: rivista = nuovo pensiero = gruppo organizzato contro il vecchio pensiero,- ergo corrente. È il caso dunque di riflettere su alcuni dati politici e su alcuni altri di buon sen- so: 1) la rivista nasce dall'esigenza non più comprimibile di un gruppo eterogeneo

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