Ombre Bianche - anno I - n. 0 - agosto 1979
Da un membro dell'organo 39 che, a mio avviso, è il quadro politico, o meglio, la compatibilità politica in cui si colloca la nostra strategia di cambiamento, viene sbrigativamente eluso seppel- lendolo sotto gli omaggi all'autonomia e al ruolo politico del sindacato. È palese come siamo stati, più o m•enotutti, prigionieri di questo vincolo e solo in occasione dell 'EUR si è timidamente accennato ad una questione che può esse- re essenziale: l'alternanza al governo di tutte le forze politiche democratiche alfi- ne di garantire un più corretto funzionamento della democrazia nel Paese. Credo che questa sia una questione su cui ritornare a dibattere in quanto consente di mi- surare al meglio le proposte dei singoli partiti obbligando il sindacato a dare mag- gior incisività alla partecipazione e alla democrazia sindacale in quanto reali ga- ranti di autonomia e di elaborazione proprie. Una seconda ipotesi. Bisogna decretare rapidamente la fine della figura del dirigente complessivo che, se non inquadra i giorni di carenza per malattia perlomeno a partire dalla si- tuazione dei paesi del terzo mondo, si sente frustrato nel suo far politica. È una questione di metodo!? on lo so. Quello che credo di capire con certez- za è che bisogna cambiar modo di far politica anche su questo versante in quanto davanti a queste mega-relazioni ognuno si sbizzarrisce dove e come meglio crede determinando un dibattito che viaggia dritto come un ubriaco, con interventi as- solutamente discontinui che, se non si avesse certezza che alla fine la replica sarà la fotocopia dell'introduzione, ci sarebbe da fare un monumento a chi la fa, tan- to è arduo tirare sintesi. Imparare a spezzare in più parti le cose su cui c'è da di- scutere e decidere aiuterebbe ognuno a capire con maggior chiarezza l'oggetto della discussione, la diversità dei punti di vista e il perchè si fa una certa sintesi. Questo forse aiuterebbe ad avere più chiare quali sono state le conquiste e le sconfitte collezionate in una certa fase. Penso ad esempio a quella che considero la sconfitta più pesante che abbiamo subito e cioè quella che ha permesso di far passare per una corporazione la classe operaia: la famosa cittadella dei garantiti nella marea dei disgregati. Tale dato di cocente sconfitta l'abbiamo riscontrato, toccandolo con mano, quando abbiamo tentato di aggregare i disoccupati nelle leghe e al sindacato, ci sono sfuggiti tra le dita quando non si sono rivoltati contro. on se ne è mai discusso realmente. Ognuno ne ha preso atto per sè, ce la siamo messa via e così l'incredibilità tra di noi aumenta. BibliotecaGino Bianco
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