Ombre Bianche - 1979 - numero unico

Una barricara sulla praEeria 83 pattarsi, ricreare gli schieramenti, individuare gli alleati ed i nemici. In una situa- zione di crisi endogena, ognuno rimane quello che era. Il nuovo obiettivo non di- venta un argomento sul quale far discutere la geme per creare un omogeneità sui presupposti culturali, diventa soltanto una barricata nei confronti della quale bi- sogna soltanto schierarsi da un alto o dall'altro. Senza aver fatto necessariamente corsi di guerriglia urbana, è chiaro he una bar- ricata ha funzione di attacco soltanto se viene innalzata in una trada che abbia i lati coperti ed una direzione ben precisa. Serve dunque un <senso" omogeneo fra tutti i combattenti. In questa situazione di panico culturale, in questa totale mancanza di senso e di omogeneità, la richiesta di riduzione d'orario è una barricata in una prateria. Il nemico è tutto attorno. E, quello che è più grave, ogni combattente vuol farla avanzare in una direzione di ersa. Il generale Custer ci direbbe che è un'ottima scelta per una confitta eroica. Sti- pulato il contratto, comunque vada, ci si accorgerà di non aver fauo l'unica bat- taglia che valeva la pena di combattere: quella contro noi stessi. 3. Proprio perchè i problemi che dobbiamo affrontare sono nuovi e la loro solu- zione di lunga durata, valeva la pena fare uno sforzo per porli sollecitamente e nella maniera giusta. Bisognava che gli attori si riconoscessero nella pane, che non recitassero per un pubblico, neppure per i loro figli. Diciamola brutalmente: i giovani hanno tanti problemi, ma fortunatamente sono fatti loro, e nessuno, eccetto loro stessi, sarà in grado di propor soluzioni sensate alla loro vita. L'unica cosa che è possibile fare, per entrare in relazione seria con le nuove gene- razioni, è che la nostra generazione non si carichi dei problemi degli altri per na- scondere i propri. Cosa stiamo ad arrovellarci su chi imbraccia il fucile su chi si riempie d'eroina, o su chi si dà alla meditazione trascendentale, se non siamo stati in grado di porci l'unico problema nei confronti del quale forse potevamo far qualcosa, per il solo motivo che è nostro ed è nelle nostre mani. Buttiamo lì un e empio a caso. Un no- stro problema, un problema dei garantiti è il senso che può avere un'esistenza passata per 40/45 anni in fabbrica. Discutiamo nelle assemblee e nei vari livelli dell'organizzazione il caso, troppo frequente per essere trascurato senza sforzo e applicazione, dei numerosi compa- gni che, giunti finalmente alla pensione, crepano o danno di matto. E questo per- chè il senso della loro vita è venuto a mancare. Questo è il problema: non tanto che ci si lasci morire o impazzire nei primi mesi dopo il pensionamento, quanto che sia stato possibile campare fino a sessant'anni trovando il sen o della propria esistenza dentro i cancelli della fabbrica. In questa direzione, se può servire a farci fare i conti in tasca nostra, la richiesta di diminuire l'orario di lavoro è un pretesto importantissimo. In caso contrario potremo consolarci pensando che il discorso è molto delicato. BibliotecaGino Bianco

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